CAGLIARI. Gli operatori sanitari - medici e infermieri - che in ospedale hanno avuto contatti con soggetti contagiati e non sono risultati positivi potranno, e dovranno, trasferirsi in "moduli abitativi" che verranno allestiti all'interno dei nosocomi. E dovranno continuare a lavorare: "Ai sensi dell’articolo 7 del DL 14/2020, al fine di garantire il mantenimento dei servizi essenziali di cura e di assistenza della popolazione, gli operatori del SSR che abbiano avuto un contatto stretto a rischio con un caso confermato di COVID-19, sia nel contesto lavorativo sia in quello extra lavorativo: - se asintomatici continuano l’attività lavorativa con le precauzioni raccomandate. Pertanto, gli operatori sanitari asintomatici che siano stati posti in isolamento per contatto stretto a rischio e sottoposti a sorveglianza attiva possono essere richiamati in servizio qualora siano indispensabili per garantire le attività assistenziali. Interrompono il servizio solo qualora si manifestino i sintomi o risultino positivi al tampone per COVID-19".
Lo prevede una delibera della giunta regionale risalente al 17 marzo - ma resa pubblica solo oggi - adottata a seguito del "contagio di numerosi operatori del servizio sanitario regionale in ambito operativo ospedaliero", che ha reso "urgente la definizione di un indirizzo uniforme per l'applicazione del citato articolo 7 del D. L. n. 14/2020 al fine di garantire il mantenimento dei servizi essenziali di cura e di assistenza alla popolazione sarda e di tutelare, al contempo, gli stessi operatori, i pazienti e i familiari degli operatori". In sintesi: chi può, deve restare al lavoro perché i reparti non devono rimanere sguarniti.
Come? "Agli operatori in argomento (asintomatici e con tampone negativo) è richiesta la prosecuzione dell'attività lavorativa, sebbene con le cautele e le precauzioni (...): al fine della maggiore tutela della popolazione generale e in particolare dei familiari, le direzioni sanitarie aziendali, in collaborazione con le direzioni di presidio ospedaliero, potranno allestire dei moduli abitativi in spazi attigui alle strutture ospedaliere o dedicare allo scopo porzioni degli stabilimenti ospedalieri, atti ad ospitare i predetti operatori".
Nell'allegato alla delibera si legge che non è da considerare "contatto" con un contagiato l'essere stato vicino se si indossavano tutti i dispositivi di protezione personale. L'eventualità di sottoporre all'analisi del tampone gli operatori a rischio viene lasciata decidere al responsabile dell'unità di crisi locale.
Gli alloggi d'emergenza devono essere realizzati dalla Protezione civile, che deve garantire alle direzioni sanitarie "il supporto tecnico, logistico e operativo necessario sia per l'allestimento dei moduli abitativi, sia per garantire gli approvvigionamenti quotidiani".
In Sardegna alloggi d'emergenza in ospedale per i dipendenti a contatto con i contagiati
- E.F.
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