CAGLIARI. La Sardegna è una tra le regioni italiane con più alto consumo di alcol "a maggior rischio" per l'insorgenza di tumori. Il dato emerge dal rapporto "I numeri del cancro in Italia 2024", presentato oggi da Aiom, l'associazione italiana di oncologia medica. L'Isola, insieme al Molise, si distingue - in negativo - tra le regioni meridionali in cui si bevono più alcolici, in modalità e quantità che possono mettere a rischio la salute.
Il consumo “a maggior rischio”, così come viene definito nel report, è un indicatore composito e dà conto di "diverse modalità del bere che riflettono profili di consumatori diversi", si legge. E se il consumo binge o quello prevalentemente fuori pasto - le due principali componenti del consumo alcolico “a maggior rischio” - si caratterizzano per essere appannaggio dei più giovani e delle classi socialmente più abbienti, invece il consumo abituale elevato, la componente minore, "è significativamente associato allo svantaggio sociale ed è più frequente fra le persone meno giovani".
Per "consumo abituale elevato", si intende il consumo medio giornaliero pari a 3 o più unità alcoliche medie giornalieri (un'unità alcolica corrisponde a 12 grammi di etanolo, quindi approssimativamente una lattina di birra da 330 ml o un bicchiere di vino) per gli uomini e 2 o più unità alcoliche per le donne.
Secondo le principali Agenzie Internazionali di salute pubblica, l'alcol è una sostanza tossica e cancerogena, tanto che la IARC (International Agency for Research on Cancer) lo classifica nel gruppo 1 “sicuramente cancerogeno per l'uomo”. È però il suo consumo "prolungato e cronico" ad essere associato a un aumentato rischio di cancro: il tumore del fegato ma anche con i tumori della mammella nella donna, del colon-retto, laringe, fegato, esofago cavità orale e faringe.