CAGLIARI. Scorie nucleari in Sardegna: nel tempo della lotta alla speculazione energetica, torna prepotentemente uno dei temi più dibattuti del decennio nell'Isola. Parole e frasi entrati nell'immaginario collettivo negli ultimi mesi di lotta a eolico e fotovoltaico (speculativo) si prestano ad un altro tema. Perché anche in questo caso di aree idonee si parla, quelle indicate sulla carta nazionale (la Cnai) adatte ad ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. Ma la domanda da farsi è: chi vorrebbe nella propria Regione le scorie nucleari? Quali Regioni con più siti individuati? E quanto tempo rimane prima che venga presa una decisione?
SITI IN SARDEGNA: FRONTE UNITO DEL NO
Sono 51 siti individuati nel dicembre 2023 in Italia e otto sono sardi: Assolo, Segariu, Albagiara, Villamar, Setzu, Tuili, Turri, Ussaramanna, Nurri, Ortacesus, Guasila e ancora Usellus, Mandas, Siurgus Donigala. Questo di sapeva, ma perché negli ultimi giorni sono ripartite le proteste? Galeotto l'avvio della fase di scoping, quindi quel momento in cui, si offre "una tempestiva opportunità sia per il committente che per l'autorità competente di definire i principali impatti ambientali e le questioni di interesse nella procedura di valutazione d'impatto ambientale (Via).
Non si è fatta attendere la reazione dei primi cittadini. Da Nurri a Mandas, fino a Serri. "L'Isola dice no alle scorie radioattive, Nurri dice no alle scorie", tuona il sintaco Antonello Atzeni. "Prosegue l'iter autorizzativo per l'individuazione del sito per deposito delle scorie radiattive. Noi continueremo a dire no al deposito delle scorie radiattive, in tutte le forme e in tutti modi. Puntualmente a fine anno ci arrivano gli auguri buon anno". Umberto Oppus, sindaco di Mandas aggiunge: "Ieri giornata dedicata alle iniziative per fronteggiare il tentativo di posizionare a Mandas e nei territori di Nurri e Siurgus Donigala il deposito nazionale per le scorie nucleari. Dopo la prima mobilitazione di ieri con i colleghi Antonello Atzeni e Antonello Perra ho inviato una serie di lettere per attivare tutti i livelli istituzionali in una grande battaglia che deve essere unitaria per dire no a questo ulteriore attacco alla nostra Autonomia. Spero che la presidente Todde ci convochi immediatamente".
(QUASI) NESSUNO VUOLE LE SCORIE
E nelle altre Regioni? Quella maggiormente interessata non è la Sardegna, ma il Lazio. 21 sono i siti individuati solo nella Regione della Capitale. E poi, a scendere, sono 15 a cavallo tra Puglia e Basilicata, otto in Sardegna, cinque in Piemonte e 2 in Sicilia. Le proteste non sono mancate nemmeno nelle altre regioni, specie appunto il Lazio: nella zona della Tuscia (nord occidentale della Regione) tutti i comuni avevano fatto fronte unito. Ma le proteste non si contano in Italia, persino in Sicilia, dove i siti individuati sono solo un paio. Solo un Comune in Italia, secondo le cronache, si sarebbe candidato autonomamente per ospitarele scorie a riposo è Trino Vercellese, in Piemonte.
Nota a margine: nella mappa in testa all'articolo, fornita da Sogin (è la società dello Stato italiano responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani) i siti individuati sono di più dei 51 che trovate in coda. Basti vedere che in Sicilia risultano ancora 4 aree idonee., invece delle 2 attuali. Questo perché la mappa è probabilmente aggiornata al precedente report, quello che prevedeva più di 60 areeidonee, poi scremata in un secondo momento.
COME VENGONO INDIVIDUATE LE AREE E LA SCADENZA
Ma come funziona la modalità di scelta dei territori adatti a ospitare le scorie? Vengono scartate quelle che presentano attività sismica e lezone a meno di 5 chilometri dalla costa. Non devono esserci vulcani attivi (o quiescenti), non devono trovarsi in prossimità di aree industriali, con presenza di dighe o vicino a centri abitati. Scartate anche le aree protette (ovviamente) o le zone a più di 700metri di altitudine dal livello del mare. Non vengono prese in considerazione nemmeno le aree a rischio idrogeologico e quelle con una pendenza maggiore del 10 percento.
L'individuazione dei siti ha una data di scadenza: il 2027. Il progetto deve essere chiuso nel 2029. Nel 2039, 10 anni dopo, entrerà in funzione.
Di seguito l'elenco completo di tutte le zone interessate nelle rispettive regioni.