LANUSEI. Tre anni fa la prima chiusura temporanea. Da allora il punto nascite di Lanusei è stato protagonista di promesse mai mantenute e teatro di mobilitazioni e proteste. E intanto le donne ogliastrine in dolce attesa sono costrette a percorrere chilometri e chilometri per partorire. Questa mattina a Lanusei si è tenuta la conferenza sociosanitaria convocata dal sindaco di Lanusei Davide Burchi e dal presidente del Comitato di distretto socio-sanitario dell’Ogliastra e sindaco di Bari Sardo Ivan Mameli: primo punto all’ordine del giorno la problematica del punto nascite. Non era presente però l'assessore alla Sanità Armando Bartolazzi.
“Quello che abbiamo visto con il passaggio di tre assessori fino ad oggi è stato il nulla”, attacca Adriano Micheli, del comitato Giù le mani dall’Ogliastra, “Chiuso era, chiuso è. Non ripetiamo più la cantilena del ‘non ci sono medici perché allora dovrebbero spiegarci come mai la Sardegna sia la regione con il più alto numero di medici (2,64) per mille abitanti? Mancano i fatti concreti, le risoluzioni, il Punto nascita funzionante. Questa battaglia deve essere portata a casa, costi quel che costi”. Ieri il sindaco di Bari Sardo Mameli aveva annunciato: “Potete stare certi che ce la stiamo mettendo tutta. Siamo disposti anche occupare l’assessorato”.
Alla conferenza è intervenuto anche il direttore della struttura complessa di chirurgia dell’ospedale Giovanni Pietro Paolo Gusai che ha detto: "Bisogna emulare il sistema dei medici cubani che devono stare per due anni nel loro territorio". E sul punto nascite: “Ci bloccano perché non abbiamo il numero minimo, definito in almeno 500 parti all'anno".