CAGLIARI. Quasi tre anni di indagini che hanno portato oggi a 36 perquisizioni, 5 persone in carcere, 13 agli arresti domiciliari, 11 con obbligo di dimora, e indagati a piede libero. Per un totale di 33 misure cautelari.
Questo il risultato del lavoro di tutte le Digos dell’Isola, la Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione e coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari - Direzione Distrettuale Antiterrorismo nei confronti di appartenenti al gruppo ultrà cagliaritano “Sconvolts 1987”. Oltre 200 i poliziotti coinvolti con il supporto di un elicottero del VII Reparto Volo di Oristano, di Unità Cinofile della Polizia di Stato antidroga ed antiesplosivo, del Reparto Prevenzione Crimine Sardegna e della Polizia Scientifica.
L'operazione “Frari”, chiamata così dal soprannome che si davano tutti coloro che appartenevano agli Sconvolts finiti nel mirino degli agenti, ha ricostruito un sistema ben organizzato.
Durante le perquisizioni è stata trovata marijuana, ma anche mazze, tira pugni, pugnali, e bastoni. Attraverso lo spaccio di sostanze stupefacenti e vendita di merchandising del Cagliari Calcio gli indagati riuscivano a ottenere un introito economico. Tanto che a uno dei leader del gruppo sono stati trovati 53mila euro in contanti. E il guadagno serviva proprio per finanziare l’attività del gruppo che era ben radicato nell’Isola.
In carcere sono finiti M.A. (dell'88), M.S. (dell'89) M.S. e S.S (rispettivamente del 2001 e del '95) oltre a M.U. (dell'84), tutti cagliaritani. Ai domiciliari G.F. (Cagliari, 1987), M.G. (Iglesias, '94), A.L. ('91), S.M. ('79), M.M. ('80), tutti di Cagliari, Y.M. di San Gavino come A.O. (del '90), M.O. (cagliaritano del 2001). Cagliaritani anche M.P. ('97), D.T. (1980), S.P. (1984), M.F.Z. (1998). In manette anche P.V. di San Gavino.
Il primo episodio risale all’autunno del 2018. A Capoterra, seguendo il gruppo, una parte degli ultras in quell’occasione è entrata all’interno di una struttura ricettiva per trovare lo scontro con i tifosi del Napoli. Poi gli agenti hanno ricordato Cagliari - Bologna. In quell’occasione a Su Siccu quattro tifosi bolognesi sono stati presi a colpi di cinghia e bastone.
Poi il 25 agosto 2019 si è sfiorata la tragedia. Dopo Cagliari Brescia sulla 131 nel comune di Sardara, il gruppo si era posizionato nel cavalcavia e aveva tirato un masso che aveva colpito il parabrezza del pullman che trasportava i tifosi del Brescia per poi assaltarlo. Le immagini che circolano su YouTube dell’amichevole tra il Cagliari e una squadra polacca l’11 ottobre del 2019, raccontano cosa è successo nel quartiere Marina. Il gruppo di tifosi ha preso letteralmente d’assalto il quartiere distruggendo sedie e tavoli.
E ancora. Cagliari - Lazio a dicembre del 2019. In centro si è registrata una violenta rissa. Si arriva a giugno dello scorso anno vicino a Guspini, a San Nicolò d’Arcidano. Si è registrata un’aggressione con colpi di arma da fuoco. I tifosi erano andati a realizzare un evento commemorativo per un amico deceduto, durante una scampagnata un ragazzo del posto avevano gridato “forza Juventus”.
I guspinesi si sono organizzati, hanno preso fucili da caccia con pallini, e sparato alle auto e ai tifosi.
Si arriva a Cagliari - Napoli. A parte il corteo dei napoletani che non ha portato a nulla (scortati dalla polizia) un gruppo di ultras ha aggredito a fine partita i partenopei con fumogeni, bombe carta, all’interno del settore del Napoli. Poi lo scontro con le forze dell'ordine.
Nel registro degli indagati compare anche il nome di Andre Cossu, ex capitano e bandiera rossoblù, adesso dirigente della società di Tommaso Giulini: avrebbe offerto collaborazione al gruppo, considerata indebita dagli inquirenti. Cossu è stato denunciato a piede libero: nei suoi confronti non è stata applicata alcuna misura.
- M.M.