CAGLIARI. Il prezzo della benzina schizza alle stelle. Delle bollette dell’energia elettrica si parla ormai da settimane e ora si aggiungono anche i rialzi dei prezzi delle materie prime come il grano, che ha raggiunto il record massimo da 14 anni, dopo che l’Ucraina ha sospeso le spedizioni commerciali nei suoi porti.
Le forniture sono interrotte per la guerra e iniziano ad arrivare le prime comunicazioni dalle ditte fornitrici di mangimi anche agli allevatori sardi: a causa della situazione emergenziale, si legge, non saremo in grado di fornirvi orzo, piselli, né i mix di granturco e di farina. Dinamiche che si stanno ripercuotendo anche sui prezzi alla produzione dei prodotti industriali.
In questo scenario cresce l’allarme non solo dei consumatori, schiacciati dai rincari su tutte le spese, ma anche di tanti lavoratori in Sardegna, dai pastori alle aziende agricole fino ai gestori autonomi di carburanti, in allerta per il giro di rialzi da record degli ultimi giorni. La benzina ha superato i due euro al litro.
Dall'inizio della guerra in Ucraina le quotazioni sono salite, rispettivamente, di 11 centesimi al litro per la benzina e di 20 per il gasolio. E i dati dell’osservatorio prezzi del ministero dello sviluppo economico parlano chiaro.
In tutti i territori sono in grande aumento sia nella modalità self che nella modalità servito. Al presidente del consiglio Mario Draghi l'Angac, associazione nazionale autonoma gestori carburante, ha deciso di inviare una lettera per chiedere un incontro urgente. Il rischio è che molti non riescano a sopravvivere all’ennesima stangata.
"Il prezzo del carburante è aumentato di oltre 50 centesimi nell'ultimo anno", denuncia Pinello Balia, presidente dell'Angac, "questa settimana di altri 10 centesimi, la situazione è gravissima, si rischia di arrivare a 3 euro al litro: al governo chiediamo di tornare ai prezzi amministrati, senza Iva e accise".