L’EMERGENZA. Allarme rosso per il sistema della raccolta dei rifiuti. A Cagliari e non solo. Il cuore del problema sta al Tecnocasic, inceneritore di Macchiareddu nel quale finiva tutta l’immondizia indifferenziata: l’impianto è fermo da più di un mese, lo sarà per (almeno) un periodo altrettanto lungo. Intanto i compattatori carichi del contenuto dei cassonetti, provenienti dal capoluogo e dall’hinterland, nei giorni scorsi hanno fatto la fila davanti agli impianti della Villaservice: autisti costretti a lunghe attese – come testimoniato dal video di Gianluigi Deidda – perché il flusso verso la discarica di Villacidro è diventato enorme. Un fiume di camion pieni di scarti troppo elevato, respinto al mittente in via preventiva dai vertici della società di gestione. La presidentessa Manuela Collu, all’inizio di maggio, aveva avvertito tutti gli enti coi quali doveva dialogare, Regione in testa: qui non possono arrivare più di 1500 tonnellate alla settimana, la discarica non può sopportare un carico ulteriore. Con l’incendio di fine aprile al Tecnocasic sapeva che le sue strutture avrebbero dovuto tamponare l’emergenza. Di tonnellate invece ce ne stavano finendo molte di più. Inoltre oggi alla Villaservice l’impianto di trattamento ha avuto qualche problema e non è andato a regime.
All’assessorato regionale all’Ambiente è stato convocato un vertice per cercare di capire come risolvere la situazione. Parte dell’immondizia di Cagliari pare sia destinata agli impianti del Sulcis, dove le tariffe storicamente sono più elevate. Costi di smaltimento più alti, quindi, e viaggi più lunghi. E non è detto che i volumi messi a disposizione per il conferimento siano adeguati.
A Villacidro non vogliono diventare l’immondezzaio di mezza Sardegna: “I camion non riescono ad entrare perché questa giunta ha bloccato l’ampliamento della discarica, già approvato con il terzo anello”, attacca dall’opposizione Federico Sollai. La Collu, che Villaservice la gestisce, replica: “Il problema del nuovo anello non esiste, noi diamo la disponibilità per le quantità che avevamo dichiarato: 1500 tonnellate a settimana. Nei giorni scorsi non abbiamo fatto entrare camion che non erano destinati a noi. L’inconveniente si è presentato giovedì, non dipende da noi. Ma stiamo facendo la nostra parte, nel rispetto dei limiti comunicati già da un mese”.
Dal Comune di Cagliari l’assessore all’Igiene del suolo, Claudia Medda, spiega: “Stiamo cercando di limitare al minimo i disagi per i cittadini. Ma è ovvio che la fermata prolungata del Tecnocasic sia un problema”. Ieri dal Comune era partito un comunicato: “La lunga fila di mezzi all'ingresso dell'impianto di Villacidro sta provocando notevoli rallentamenti. In questa situazione non tutti i mezzi adibiti alla raccolta riescono a completare le operazioni di svuotamento in tempo utile e spesso sono costretti a rientrare in città a pieno carico. Ciò preclude la funzionalità dei compattatori e, quindi, rallentamenti inevitabili nell'erogazione dei servizi di raccolta, soprattutto per il ritiro delle frazioni di secco-indifferenziato, plastica, carta e multimateriale”. Una nota allarmata e allarmante. Soprattutto se si considera che non c’è una data certa di riavvio dell’impianto di Macchiareddu. Per capire: il nastro che ha preso fuoco si è bruciato perché il forno era già spento da tempo ed è partita la combustione naturale dei materiali. Il rischio è la paralisi del sistema di raccolta. Con il caldo estivo alle porte.