TORTOLÌ. Quattro persone sono state arrestate a Tortolì nell'ambito dell'indagine "Batman".
Dalle prime ore del mattino di oggi, gli ufficiali dell'unità investigativa del Comando provinciale di Nuoro e delle compagnie dipendenti hanno eseguito un ordine di custodia cautelare, sia in carcere che agli arresti domiciliari. Inoltre, hanno condotto perquisizioni e sequestri preventivi di edifici.
Gli arresti sono stati effettuati in relazione a vari presunti reati contro la pubblica amministrazione, contro il patrimonio e nel campo dell'informatica.
Circa 100 militari del Comando provinciale di Nuoro e delle unità cinofile dello squadrone Cacciatori di Abbasanta sono stati impiegati nelle varie fasi dell'operazione.
Dalle indagini condotte finora, iniziate nell'aprile 2022, emerge che la vendita all'asta di appartamenti e terreni di una società con sede a Tortolì, in procedura fallimentare, sarebbe stata alterata da due noti imprenditori, con la collaborazione di un'altra persona. I tre, residenti a Tortolì, avrebbero agito insieme per manipolare le aste, scoraggiando gli altri partecipanti attraverso minacce, al fine di favorire l'acquisto degli immobili da parte di un prestanome dell'imprenditore fallito, a un prezzo inferiore al loro valore reale.
Secondo le testimonianze di coloro che hanno rinunciato a partecipare all'asta, questi avrebbero ricevuto atteggiamenti e frasi ostruzionistiche durante i sopralluoghi fatte dall'indagato, che aveva le chiavi degli immobili. Sono poi arrivate esplicite minacce, tramite messaggi lasciati sui parabrezza delle auto e visite a domicilio, nonché interferenze "amichevoli" da parte di terzi, che esortavano al ritiro dalla gara.
Dalle indagini è emerso anche il coinvolgimento di un maresciallo dei carabinieri e di un assistente capo del Corpo forestale della Regione, quest'ultimo in servizio al momento dei fatti e ora in pensione, che non è stato sottoposto a misure cautelari.
Il maresciallo dei carabinieri, è accusato di aver controllato indebitamente, tramite il proprio accesso personale alla banca dati SDI, cinque persone che avevano visionato gli immobili all'asta e poi desistito dal fare offerte. Non avendo ragioni di servizio valide per questi accertamenti, è ora agli arresti domiciliari per accesso abusivo a sistemi informatici.
Per l'imprenditore coinvolto nel fallimento e un altro indagato, il GIP ha ordinato la custodia cautelare in carcere. Per l'altro imprenditore, ritenuto prestanome e aggiudicatario dell'asta, è stato disposto l'arresto domiciliare.