CAGLIARI. "Una stanza economica a Is Mirrionis costa intorno ai 300 euro mensili, 400 euro in zona San Benedetto e in alcuni casi le stanze costano fino a 600 euro". Lo denuncia Alessandro Mocci, coordinatore di Reset Unica, portavoce degli universitari cagliaritani.
"Di fronte all'emergenza abitativa e al caro affitti, come UniCaralis abbiamo deciso di appellarci al sindaco di Cagliari , Paolo Truzzu, per aprire un tavolo di dialogo volto a trovare una soluzione a questa ormai imperante problematica". Lo scrivono gli studenti che si mobilitano contro il caro affitti nel capoluogo.
"Sono necessari tutti gli sforzi possibili affinché si possa trovare una soluzione comune a un problema che affligge ormai la stragrande maggioranza della popolazione, tra cui specialmente le studentesse e gli studenti", si legge sulla nota pubblicata sulla pagina social di "UniCaralis".
Nei giorni gli scorsi hanno segnalato la problematica sui loro canali riportando alcune testimonianze.
"Caro città, quanto mi costi?", hanno scritto.
"Sono passati quattro mesi da quando coralmente come UDU abbiamo manifestato il nostro dissenso piazzando tende, da Cagliari a Milano, contro i prezzi esorbitanti che impossibilitano il bacino studentesco e non a vivere nelle città italiane.
Da quel giorno in poi vi son stati tanti proclami, tante promesse dal governo, ma ben poca concretezza. L'aumento del fitto casa e delle borse di studio, ad esempio, è infatti andato di pari passo all'aumento degli affitti, rendendola quindi una vittoria di Pirro: il problema persiste e anzi si è acutizzato, con buona parte della liquidità proveniente da fitto casa e borsa di studio che verrà comunque investita solamente per l'affitto.
Secondo quanto riportato da Wired, da maggio, quando venne calcolato un aumento medio del prezzo degli affitti del 40%, vi è stato un ulteriore rialzo, raggiungendo il prezzo medio più alto degli ultimi due anni.
A Cagliari diventa sempre più difficile trovare un alloggio che non sfori i 300 euro anche in zone che, anni addietro, erano accessibili per la maggiorparte delle studentesse e degli studenti.
In Italia, solo il 4,9% degli studenti trova alloggio in residenze pubbliche: 40mila posti letto per 824mila studentesse e studenti fuori sede. Tutti gli altri sono costretti a rivolgersi al mercato privato.
Con la sospensione di misure di sostegno economico quali il reddito di cittadinanza, rispetto agli scorsi mesi questi problemi sono andati ad aggravarsi ulteriormente.
Con la presenza di queste gravi problematiche ci avviamo verso l’inizio del nuovo anno accademico, con nuove matricole che dovranno fronteggiare spese insieme alle famiglie che, in una delle regioni più povere d’Europa, difficilmente potranno sostenere. Per questo come UDU sosteniamo le proposte portate avanti dalla categoria della CGIL, tra cui la realizzazione di residenze universitarie pubbliche nell'ambito del diritto allo studio, la revisione del regime fiscale legato alle locazioni e un confronto tra sindacati e Ministero delle Infrastrutture e Trasporti".
- Redazione
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