CAGLIARI. Arrivano i profughi ucraini in Sardegna. Ed è già tentativo di business, con il caso Cagliari che finisce all’attenzione del ministero dell’Interno. Il caso è esploso questa mattina. Per una trentina di donne e bambini, tra loro anche piccoli di nemmeno un anno, la Prefettura ha deciso il trasferimento: erano all’hotel Califfo, struttura individuata dalla Protezione civile della Regione, e sono stati portati a Burranca, nelle campagne di Sinnai.
Qui c’è una struttura nota alle cronache, che ne hanno trattato quando nell’Isola arrivavano i migranti africani. Passata attraverso varie peripezie, e chiusa nel 2016 per la contestazione di irregolarità, adesso è stata riaperta dalla cooperativa Calosorisma, che ha partecipato all’ultimo bando della prefettura indetto proprio per affrontare l’emergenza ucraina. Prezzo concordato: 29,30 euro al giorno per ogni ospite, e 150 per singolo kit di primo ingresso, a cui si aggiungono i costi della scheda telefonica di 5 euro, del pocket money giornaliero di 2,50 euro e il rimborso delle prestazioni mediche a chiamata. Il problema però è sorto al loro arrivo.

I pullman hanno lasciato i profughi a circa un chilometro dal centro, che non potevano raggiungere per motivi logistici. Così donne e bambini hanno dovuto passeggiare in campagna per arrivare a destinazione. Dove hanno trovato la brutta sorpresa: porte divelte, bagni in condizioni pessime e inutilizzabili, letti a castello, pareti scrostate. In più, c’era una squadra di elettricisti che doveva verificare se l’impianto fosse a posto. Insomma: sembra che a Burranca le porte si fossero appena riaperte dopo anni di abbandono. Il deputato di Forza Italia Ugo Cappellacci non ha perso tempo: subito ha scritto un’interpellanza al ministero dell’Interno, denunciando le condizioni fatiscenti e chiedendo l’immediata chiusura della struttura.
Manco il tempo di depositarla, che la regione è stata chiamata in causa e ha riportato tutti al Califfo: la Prefettura ha fatto dietrofront. E adesso chissà come finisce una vicenda che pare simile a Villacidro: circa venti donne e bambini in un camerone con una sola doccia e due bagni. Anche questa, una struttura che ha partecipato al bando della Prefettura. L’interrogazione di Cappellacci è già pronta.