CAGLIARI. Prima: "Ho fatto due dosi di Sputnik". Poi: "Non è vero, ho comprato il certificato sul dark web, è falso". È una situazione anomala - e non è l'unica - quella che si sono trovati ad affrontare i medici del polo vaccinale della Fiera di Cagliari quando, nei giorni scorsi, un sardo di poco più di 40 anni si è presentato per ricevere la somministrazione.
Nella fase dell'anamnesi, durante il colloquio col medico si devono dichiarare eventuali patologie, trattamenti sanitari in corso e eventuali medicinali assunti di recente (oltre l'aspirina o le pastiglie per il mal di testa, ovviamente). Il vaccinando quarantaduenne, che nei mesi scorsi era in Russia, ha dichiarato di avere già ricevuto, all'inizio dell'anno, due dosi made in Mosca. Ha anche esibito un certificato, in cirillico, con le date delle iniezioni. Problema: lo Sputnik non ha ancora il riconoscimento dell'Ema, l'autorità sanitaria europea. Così il quarantaduenne rischiava di non poter avere il green pass e di non potersi spostare. In più, c'era il dilemma per i medici: somministrare o no Pfizer, vista la possibile presenza di anticorpi generati dal vaccino russo?
L'impasse è stata superata quando l'interessato ha cambiato versione: "Scusate, non è vero", ha detto, "quel certificato l'ho comprato nel dark web, è falso".
Ancora non è chiaro se in corpo abbia tre dosi di due vaccini diversi o se abbia detto la verità quando ha offerto la seconda versione. Resterebbe comunque un caso di studio.