ALGHERO. Dal trattamento da pericoloso sedizioso da arrestare a star dell'evento. Sono ben strane le ultime ore vissute ad Alghero dall'ex presidente della Generalitat de Catalunya, Carles Puigdemont. Giovedì notte, appena sbarcato al Riviera del Corallo, è stato preso in carico dalla polizia italiana e trasferito nel carcere sassarese di Bancali in applicazione di un mandato europeo di cattura (sospeso?) emesso dalla Corte suprema spagnola (qui la notizia e i dettagli).
Ieri pomeriggio il verdetto della Corte d'appello di Sassari: a seguito dell'istanza presentata dall'avvocato Agostinangelo Marras l'europarlamentare è stato liberato, senza l'applicazione di alcuna misura cautelare. Il 4 ottobre si terrà l'udienza che dovrò stabilire se Puigdemont dovrà essere o no estradato: in Italia non esiste un reato simile alla sedizione, se non legato all'uso di armi. E lui, fino al primo ottobre del 2017, quando fu il principale promotore del referendum per l'indipendenza di Barcellona, non usò altre armi se non quelle della democrazia.
Questa mattina l'esule indipendentista catalano ha partecipato alle manifestazioni per le quali era stato invitato in Sardegna. Quelle organizzate ad Alghero, enclave catalana in terra sarda, da AdiFolk. Poi l'incontro con il sindaco Mario Conoci. Ma prima, l'incontro con la rappresentanza catalana che, sotto i bastioni, lo ha accolto con il canto di Els Segadors, l'inno catalano. Abbraccio. E pugno chiuso, in segno di forza.
Lo staff di Puigdemont sta valutando se organizzare una conferenza stampa per oggi.
Il video è del giornalista indipendente Joesep Goded.