ROMA. Tutto da rifare per il progetto di messa in sicurezza della Fluorsid di Macchiareddu. I vertici della società si sono presentati il 7 novembre al ministero dell'Ambiente per chiedere di non prendere in considerazione i piani ambientali presentati finora - che dovrebbero garantire la bonifica dei terreni - e di poter presentare un nuovo progetto. Motivo? Sono emerse "perplessità in merito alla fattibilità in termini di efficacia ed efficienza degli interventi proposti". Insomma: potrebbero non servire a contrastare l'inquinamento. Ad avanzare dubbi è il nuovo direttore dello stabilimento Daniele Tocco, incaricato a maggio dopo l'ondata di arresti che ha quasi del tutto decapitato i vertici dell'industria del patron del Cagliari Tommaso Giulini.
Il tavolo romano è diretto da Claudia D'Aprile, direttore generale degli uffici ministeriali che si occupano delle bonifiche. La riunione è stata chiesta dalla stessa Fluorisd, con una nota inviata ad agosto. Dai verbali emerge che non è inutile tutta la progettazione proposta finora: i documenti risalgono alla fine di maggio, quando erano stati presentati a seguito della richiesta dello stesso ministero pervenuta a gennaio a Macchiareddu.
Questo scriveva, a luglio, il ministero dell'Ambiente in risposta a un'interrogazione parlamentare sullo stato delle bonifiche: "Il 25 gennaio 2017, il ministero dell’Ambiente ha chiesto all’azienda di elaborare il necessario progetto di messa in sicurezza operativa della falda. Conseguentemente, il 31 maggio scorso la Fluorsid ha trasmesso il progetto definitivo di Miso della falda superficiale dello stabilimento". I risultati della caratterizzazione avevano fatto emergere superamenti dei limiti per metalli pesanti, triclorometano, tetracloroetilene, fluoruri e solfati, Sostanze pericolose. Il procedimento per l'avvio della messa in sicurezza sembrava arrivato a un passo dalla partenza. Invece ecco il dietrofront: Fluorisd - a partire dal 7 novembre - ha 60 giorni per ritirare il progetto inefficace e presentarne uno nuovo.