CAGLIARI. La protesta è iniziata goccia a goccia all'esterno del consiglio regionale, avviata da chi non ci siede più. L'ex presidente della Regione e il partito dei sardi avevano segnalato, con due distinti comunicati, che le compagnie di navigazione hanno annunciato degli aumenti per il trasporto delle merci e delle auto. Una mazzata, per la Sardegna. Si tratta della conseguenza degli adeguamenti delle tariffe alle nuove regole europee che impongono l'utilizzo di carburanti non inquinanti. E a farne le spese sono i passeggeri e le aziende sarde. Per capire: al 1° gennaio prossimo scatterà su tutte le linee un aumento tariffario dai 5 agli 8 euro per ogni metro lineare dei mezzi di trasporto, con un incremento di oltre il 30% sugli attuali costi dei traghetti. Quindi circa 40-50 euro in più per chi sale a bordo con l'auto e centinaia di euro in più per gli autotrasportatori.
Una notizia pesante, che ha circolato, ma era rimasta fuori dal palazzo dove si decidono i destini della Sardegna e dei suoi residenti. Adesso arriva la presa di posizione di Psd'Az e Lega rappresentati in aula. I consiglieri Giovanni Satta, Giagoni, Mula, Saiu, Lancioni, Canu, Schirru, Ennas, Maieli, Manca, Usai, Mele e Piras chiedono una mobilitazione della politica, con una convocazione straordinaria del consiglio regionale alla quale sono chiamati a partecipare anche i parlamentari sardi.
Un appello, scrivono i consiglieri, “per la difesa del diritto dei sardi alla continuità territoriale e per impedire un ulteriore salasso, che suona come una beffa amara e insopportabile per il popolo sardo. Il consiglio regionale e la giunta regionale”, prosegue la chiamata alle armi, “devono imporre al governo nazionale di non far pesare sui sardi un aggravio di costi che determinerebbe un isolamento ancora maggiore. L'ulteriore saccheggio che si vuole perpetrare ai danni dei sardi può e deve diventare l'occasione per dare inizio a una stagione di lotta da portare avanti con unità e determinazione, con azioni di protesta e mobilitazioni di piazza che vedano coinvolte le istituzioni tutte, a partire dai Sindaci, i Parlamentari sardi, le organizzazioni e associazioni di categoria e la società civile”.