CAGLIARI. Senza aria condizionata per due giorni. A luglio, in piena estate, con i 40 gradi raggiunti negli ultimi giorni. È successo ai pazienti del reparto di Chirurgia vascolare dell’ospedale Brotzu di Cagliari. Undicesimo piano, 8 stanze, più di 20 pazienti e un caldo insopportabile, denunciato dai familiari che hanno visto i loro cari soffrire e non riuscire più a riposare a causa dell’afa. Situazione oltretutto aggravata dalle patologie di cui molti pazienti del reparto soffrono. Oltre 35 gradi in quelle piccole stanze che rappresentano ormai una seconda casa per gran parte di loro.
IL SERVIZIO DALL'OSPEDALE
Un incubo per pazienti e familiari, a cui non si trovava rimedio: “I condizionatori hanno smesso di funzionare da venerdì, e fino alla notte di sabato non si respirava. È una cosa sconvolgente”. Questa mattina sono stati riattivati, ma il caldo afoso dei giorni precedenti continuava a farsi sentire. Nelle stanze, lungo il corridoio, un caldo da impazzire, ma non nella sala del personale medico. Lì il fresco si percepiva, eccome. “Mio padre è costretto a cambiarsi la maglia ogni ora, perché il caldo è insopportabile”, racconta la figlia di uno dei ricoverati nel reparto. I pazienti più gravi sono stati trasferiti, viste le condizioni non ottimali. Ma il resto dei ricoverati ha dovuto passare delle “giornate infernali”: così sono state descritte da tutti. “Ci siamo lamentati ma sembrava che il problema non si potesse risolvere nell’immediato perché stava arrivando il fine settimana: come dire, meglio andare al mare che garantire una degenza come si deve ai pazienti”.
Alla fine, questa mattina l’aria fresca è tornata e, con essa, anche il sollievo dei ricoverati e dei loro familiari, che però, ancora oggi, non si spiegano come sia potuto accadere un tale ritardo. Perché lasciare i pazienti, già in grave stato di salute, in quelle condizioni per così tanto tempo?