In Sardegna

Nuova tegola giudiziaria su Matteo Boe: indagato per il sequestro di Silvana Dall’Orto del 1988

Silvana-DallOrto

BOLOGNA. Non sono trascorse ancora quarantotto ore dalla scarcerazione di Matteo Boe, e già le cronache giudiziarie tornano a parlare di lui. Secondo quanto rivelato questa mattina dal “Resto del Carlino”, la procura antimafia di Bologna starebbe nuovamente indagando dopo 29 anni sul sequestro di Silvana Dall’Orto, moglie dell’industriale Giuseppe Zannoni: la donna fu sequestrata dall’Anonima il 19 ottobre 1988 a Casalgrande, nel reggiano, e rilasciata la notte del 2 maggio 1989 a un chilometro dal casello autostradale di Parma dopo 197 giorni di prigionia. Per liberarla, i banditi avevano preteso un riscatto di circa 3 miliardi e 840 milioni di lire, che il marito aveva pagato su presunto suggerimento dell’allora ministro dell’Interno, il democristiano Antonio Gava.

Tra i 16 indiziati – tutti sardi tranne un piacentino – su cui la procura bolognese sta indagando ci sarebbe anche Matteo Boe, appena rientrato a Lula dopo aver scontato 25 anni nel carcere milanese di Opera per il sequestro del piccolo Farouk Kassam. Disposte le analisi sugli indumenti e gli oggetti lasciati dai banditi addosso alla donna nel giorno della sua liberazione: una tuta mimetica, una coperta, un paio di scarpe e una canottiera. Se gli inquirenti dovessero scoprire eventuali impronte o tracce di dna su questi oggetti, si passerebbe alla comparazione con le impronte e il dna degli indagati, già sottoposti a incidente probatorio lo scorso 1 marzo.

Nel febbraio 1990 Silvana Dall’Orto, oggi settantatreenne, era persino finita in carcere insieme al fratello Artemio con l’accusa di strage e tentata estorsione nei confronti del cognato, l’imprenditore ceramista Oscar Zannoni, titolare della impresa di famiglia Smov insieme al fratello Giuseppe. Pochi giorni prima, Zannoni si era visto recapitare a casa un pacco bomba di avvertimento: o paghi un miliardo o salti per aria. Processata, la Dall’Orto era stata assolta e risarcita per l’ingiusta detenzione. E oggi, con la riapertura del caso, torna a chiedere giustizia. A Lula, nel frattempo, Matteo Boe trascorre in famiglia le prime ore da uomo libero dopo 25 anni di carcere. Tra due settimane uscirà un libro sulla sua vita, scritto dalla donna che è andato ad attenderlo all'uscita del carcere di Opera, due giorni fa. (LEGGI QUI)