In un periodo come questo, con tante cattive notizie in arrivo dalle città cinesi riguardanti la rapida diffusione del corona-virus, siamo sicuramente tutti preoccupati per motivi molto più terreni. Può però forse esserci di conforto parlare di questo paese orientale anche in termini diversi e nutrendo maggior speranza per il futuro. L'innovazione della tecnologia e la cronaca di tipo scientifico ci offrono fortunatamente alcuni spunti interessanti per farlo, con notizie altrettanto recenti che arrivano, anche queste, dalla Cina.
In questo caso si tratta però di news che riguardano le intenzioni di esplorare lo spazio con obiettivi ambiziosi, anche a partire da questo 2020. La Cina infatti intende puntare alla conquista di un proprio ruolo di grande potenza aerospaziale attraverso la costruzione di una propria stazione orbitante nazionale, che funga da base di partenza per i propri viaggi di esplorazione verso la Luna e Marte.
Video: il video ufficiale diffuso in occasione del lancio del razzo cinese "Lunga Marcia"
Alla fine del dicembre 2019, la CASC (China Aerospace Science and Technology Corporation) ovvero la principale azienda aerospaziale cinese, (si tratta di una “contractor-agency” di proprietà dello stato) ha posto grande enfasi nell’annunciare il ritorno in grande stile del suo progetto “Lunga Marcia”. E’ questo il nome dato ad un razzo vettore spaziale, interamente “made in China” dalle importanti caratteristiche. Un nome che, da solo, rappresenta tutto un programma, infatti cita quell’altra ben nota “lunga marcia” cinese che portò Mao Tse-tung a capo della rivoluzione.
Con uno stile retorico, che contraddistingue ancora i discorsi ufficiali o istituzionali di questo paese, lo speaker cinese che accompagna il video del lancio, diffuso via satellite dalla TV di Stato nel dicembre del 2019 descrive questa nuova epopea come una “Lunga Marcia che si innalza nel cielo, una fenice che rinasce dalle proprie ceneri” . Una Fenice del passato risorta che ora rappresenta la fonte di ispirazione per questo nuovo viaggio “comunista” verso le stelle. A nostro modesto avviso probabilmente, così facendo, in quella che ci sembra esser sempre più una nuova Cina post-comunista/neo-liberista e votata al consumo, si tenta di esorcizzare insieme al fallimento del pensiero politico e delle azioni del regime Maoista anche il clamoroso e più recente fallimento del precedente lancio missilistico del 2017 che è stato, a suo tempo, visto in tutto il mondo.
Foto: il razzo vettore cinese "Lunga Marcia" nella sua rampa di lancio
Dal punto di vista tecnico la nuova versione di questo razzo, pur mantenendo lo stesso nome, appare abbastanza diversa dai precedenti. Una torre alta 57 metri costituita da due stadi del diametro di 5 metri ciascuno. Il nuovo “Lunga Marcia 5”, secondo quanto dichiarato dalla CASC, è un razzo capace di trasportare ben 14 tonnellate di carico in un’orbita di trasferimento geostazionario e arriva, in orbita bassa, fino a 25 tonnellate. Si tratta di prestazioni che, a detta degli esperti, lo rendono equiparabile ad uno dei più famosi razzi vettori americani: quel Delta IV Heavy della United Launch Alliance fino ad oggi utilizzato negli Stati Uniti per effettuare la messa in orbita dei satelliti da ricognizione per conto del governo. Con tali prestazioni, questo lanciatore pesante cinese, è quindi perfettamente in grado di supportare missioni interplanetarie. La massa indirizzabile verso l’orbita Lunare arriverebbe fino a 8 tonnellate, mentre con un peso inferiore di 5 tonnellate si potrebbe raggiungere Marte. E parrebbe che con l’aggiunta di un ulteriore stadio, cosa prevista nei piani di sviluppo, si potrebbero spingere delle sonde più leggere verso l’orbita di Giove e anche oltre.
Infatti la CMS (China Manned Space) l’Agenzia Spaziale Cinese, lo scorso 20 gennaio ha fatto sapere che la nuova capsula abitata in grado di portare gli astronauti cinesi in orbita, è giunta a Centro Spaziale Cinese di Wenchang , che ha sede sull’isola di Hainan nel Mar meridionale, assieme al modulo centrale di quella che sarà la prossima Stazione Spaziale Cinese dall’originale e intrigante nome “Tianhe” (Via Lattea), che si prevede di lanciare entro il 2022.
Foto: una capsula in allestimento nel centro Spaziale di Wenchang
Il governo cinese con il proprio programma spaziale sta quindi procedendo rapidamente in modo parallelo e simile ai propri competitor americani e prevede a breve degli equipaggi umani, dopo esser riuscito nel 2019 a portare, prima di Stati Uniti e Russia, le proprie sonde lunari Chang’e-4 nell’emisfero nascosto della luna. Esattamente come ha fatto la NASA nel 2014, riaprendo la propria “corsa” allo spazio con il lancio di una capsula Orion EFT-1 in orbita a circa 8.000 km, la Cina intende varare con questa sua nuova stazione spaziale Tianhe, un proprio programma di permanenza abitata nella stessa orbita. I preparativi per il lancio sono già in corso e si suppone che esso possa avvenire già nei prossimi mesi. Ma le ambizioni della Cina, riguardanti questa nuova “corsa allo spazio” non si fermano certo qui. La repubblica cinese aspira a diventare un vero e proprio leader mondiale nella tecnologia spaziale entro il 2045 e non esita a dichiararlo.
Ma non è sola la Cina nel muovere questi primi passi nella sua “lunga marcia” verso le stelle. Ormai tutto quanto accade nel cielo sopra le nostre teste lascia supporre che si stia tutti assistendo, da spettatori con il naso all’insù, alla nascita di una nuova era di esplorazione e corsa verso lo spazio. Con molti nuovi protagonisti. A differenza degli anni sessanta, dove la competizione spaziale sembrava mutuare schemi molto più terrestri di “guerra fredda” e corsa agli armamenti tra 2 superpotenze oggi la vera meta, appare essere una conquista economica e commerciale dello spazio. Per questo motivo i veri competitor non sono più Stati Uniti e Russia, che sembrano maggiormente interessati a disperdere le proprie risorse ingaggiando una serie di guerriglie, commerciali o militari, su molti e diversi fronti sul suolo terrestre piuttosto che nello spazio.
Questa nuova “conquista dello spazio sembra esser più una corsa commerciale verso la conquista di un mercato ancora vergine. E i veri competitor della Cina saranno probabilmente le corporation private. Da questo punto di vista infatti la China Aerospace, seppure finanziata dal governo Cinese, appare molto più simile a loro. Una sorta di mega-corporation industriale pubblica in grado di muoversi al ritmo di altri privati nel campo dell’innovazione tecnologica e dell’esplorazione spaziale. E la “gara” commerciale sembra estendersi rapidamente essendo anche in grado di dare i suoi primi frutti. Del successo di una agenzia spaziale privata come SpaceX abbiamo parlato anche in altri articoli. Ma ci sono diverse altre aziende e privati con piani e progetti tecnologici e commerciali simili di conquista dello spazio. Nomi come Blue Origin, Virgin Galactic oppure Stratolaunch. Sono tutte società in mano a capitali privati, alle prese con nuovi brevetti e tecnologie di cui, potete starne certi, sentiremo parlare in futuro.
Del resto una corsa di questo tipo verso l’innovazione e la ricerca di nuove soluzioni tecnologiche da parte dei “producer” che hanno fini non solo militari ma anche civili e commerciali potrebbe portare, come sempre è successo finora, rapidi benefici e ricadute economiche anche per il resto del mondo “consumer”. Questo in parte sta già avvenendo con primi significativi risultati. Basti pensare che fino a non molto tempo fa, portare in orbita un chilo di materiale costava all’incirca 20mila euro. Oggi la stessa SpaceX ha ridotto tale spesa a meno di un quarto di questa cifra, rendendo di fatto lo spazio un luogo molto più accessibile a privati o Enti pubblici, anche quelli delle nazioni in via di sviluppo. Una moderna conquista dello spazio “low-cost” che può diventare accessibile a questi costi sempre più bassi è anche in grado di favorire lo sviluppo di idee e tecnologie di tutte quelle altre aziende che potrebbero diventare i nuovi “competitor spaziali” del domani.