Forse sulla Terra può destare ancora un certo stupore vedere le donne eccellere nello svolgere alcuni lavori che qualcuno, molto all’antica, definirebbe prettamente “maschili”. Ma almeno nello spazio, fortunatamente, non sembra essere più così. Attraverso il NASA Live channel ISS (qui il link ) il canale televisivo in streaming sul web dedicato alla Stazione Spaziale Internazionale, abbiamo avuto modo di assistere in diretta alla prima “space walk” del 2020. Un'impresa tutta al femminile compiuta alle 13 (ora italiana) di mercoledì 15 gennaio dalle due astronaute Jessica Meir e Christina Koch per la seconda volta nella storia.
Le stesse 2 astronaute, che fanno parte dell'attuale equipaggio dell'ISS, lo scorso 18 ottobre sono state infatti le protagoniste di un'altra passeggiata nello spazio che verrà ricordata come un vero e proprio evento storico: la prima EVA (Attività Extra Veicolare) svolta da sole donne.
Video: le astronaute Meir e Kock durante la prima space walk tutta al femminile (2019)
Questo è stato infatti un evento da molti considerato pari a quelli che hanno segnato gli esordi della storia astronautica fin dal lontano 18 marzo 1965 (anno in cui il cosmonauta russo Alexey Leonov, divenne il primo uomo a passeggiare nello spazio precedendo in questa corsa, di pochi mesi, l’americano Ed White che svolse la prima attività extra-veicolare per conto della NASA, il 3 giugno dello stesso anno, durante la missione Gemini 4.
Video: Alexey Leonov nella prima EVA della storia astronautica (1965)
Il compito delle due donne astronauta durante questa EVA, compito solo in apparenza semplice, è stato quello di sostituire le batterie dei pannelli solari della stazione spaziale. Pensate però che per riuscire nell'intento questa loro seconda loro passeggiata nello spazio è durata oltre 7 ore. E si è conclusa con successo nonostante sia accaduto un imprevisto tecnico che poteva comprometterne la riuscita, dato che l’astronauta Christina Koch, team leader EVA, ha perso la telecamera posizionata sul proprio casco.
Video: Ed White, il primo astronauta americano ad effettuare una space walk (1965)
Dobbiamo ricordare infatti come queste "space walk", a dispetto del loro nome, non siano mai delle passeggiate. Si tratta anzi di attività molto complesse da svolgersi durante qualsiasi missione spaziale. Nella maggior parte dei casi, quando non sono causate da un’emergenza che le renda ancor più urgenti e pericolose, sono comunque attività difficili che devono essere pianificate e preparate con molta cura in quanto destinate a lavori critici. Solitamente sono dedicate a cose tipo la posa in opera, il montaggio, la verifica e il controllo o, come in questo caso, la manutenzione di attrezzature spaziali. Le EVA sono quindi destinate ad attività che non si possano proprio fare con metodi più sicuri e senza essere costretti ad uscire nello spazio legati ad un cavo. Ad esempio grazie ad un utilizzo di braccia robotizzate, azionabili a distanza con controlli remoti o altri automatismi, oppure pilotati dalla stazione di controllo a terra o agendo manualmente all'interno di un veicolo spaziale.
Nonostante ci sembrino essere ormai diventate quasi di routine (sono circa 200 quelle finora svolte solo nella stazione spaziale ISS) le EVA sono quindi sempre molto difficili e pericolose. Infatti richiedono un lungo e costante addestramento fisico preparatorio.
Tutti gli astronauti vengono sottoposti a questo pesante addestramento. In particolare quelli che hanno ruoli di supporto tecnico e scientifico. Insieme ai piloti che possono però utilizzare anche simulatori e sistemi virtuali per addestrarsi alle manovre di volo (foto) ci si addestra per queste attività nelle piscine attrezzate, profonde molti metri, appositamente create dalle Agenzie Spaziali proprio per “simulare “ durante una immersione subacquea le condizioni in cui si svolgeranno le attività EVA fuori dalle astronavi in orbita o anche nello spazio esterno.
Di piscine per l’addestramento e la simulazione ESA ne esistono solo 4 in tutto il mondo. Oltre a quella NASA negli Stati Uniti e a quelle Cinese e Russa, anche L’Europa ha la sua piscina “spaziale”. L’ESA (Agenzia Spaziale Europea) ha creato infatti da alcuni anni la Neutral Buoyancy Facility (NBF) presso l’European Astronaut Centre vicino Colonia in Germania.