SEDILO. È polemica per la tradizionale corsa di "Su Puddu a Sedilo" e gli animalisti insorgono. "La corsa di 'Su Puddu' a Sedilo è una sconfitta per i sedilesi, i sardi, l’uomo in generale". Lo scrive su una nota l'organizzazione no profit Lav Sassari, impegnata sul territorio per difendere i diritti di tutti gli animali e che qualche settimana fa chiedeva che la manifestazione venisse annullata.
"Come era plausibile l’evento non è stato annullato. Un successo qualcuno pensa , in realtà una sconfitta per i sedilesi, i sardi, l’uomo in generale. Un soccombere allo svilimento della vita ed alla crudeltà gratuita", scrive la Lav.
"L’aria gioiosa del Carnevale a Sedilo si trasforma in un’atmosfera di morte con la 'Festa di Su Puddu', durante la quale i corpi senza vita di polli e galline, appesi a un cavo, diventano i bersagli di una macabra competizione. Strumenti inconsapevoli del brutale spettacolo, i cavalli, costretti a galoppare sotto il peso dell’uomo e a partecipare a questa scena di violenza.
Tali pratiche rafforzano l’idea che gli animali non umani siano risorse da sfruttare per il piacere umano, contribuendo a normalizzare la loro oggettificazione e il loro utilizzo come meri strumenti di svago", continua.
"È preoccupante che le pubbliche amministrazioni continuino a promuovere e autorizzare eventi che coinvolgono animali non umani in attività che perpetuano la loro oggettificazione e sfruttamento. Invitiamo con fermezza le istituzioni a rivedere tali pratiche, orientandosi verso forme di intrattenimento che rispettino la dignità e i diritti di tutti gli esseri senzienti.
Esortiamo la cittadinanza a non partecipare a eventi come questo e a manifestare apertamente il proprio dissenso contro l’utilizzo degli animali non umani per scopi ludici. È fondamentale promuovere tradizioni che riflettano valori di compassione, rispetto e consapevolezza etica, abbandonando quelle che implicano lo sfruttamento e la violenza verso gli animali non umani.
Sottolineiamo che il progresso culturale non consiste solo nell’innovazione tecnologica o sociale, ma anche nella capacità di riflettere e rivedere le proprie pratiche quando queste sono in contrasto con i valori di compassione, equità e rispetto per la vita.. È nostro dovere evolverci come società, abbandonando tradizioni che causano sofferenza e sfruttamento degli animali non umani, e promuovendo pratiche che rispettino la loro natura e i loro diritti", conclude il post.