CAGLIARI. Sono terribili, e c'era da immaginarselo, i dati pubblicati di recente dall'Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima del CNR. Il 2017 è stato a livello nazionale il più secco (a pari merito con il 1828) dal 1800 con un generale deficit pluviometrico pari al 27%. Valori peggiori, traditi dalla colorazione rosso accesa, sul nord ovest italiano e la nostra isola dove localmente, nel Sarrabus Gerrei, il basso Sulcis, il Marghine e il Coghinas, ci si discosta dalle medie annue del 70%. Purtroppo il trend votato alla siccità prosegue ininterrotto e ha penalizzato fortemente anche il primo mese del 2018 che, come abbiamo potuto osservare, è stato a più riprese caratterizzato da lunghe pause anticicloniche intervallate da vere e proprie tempeste di maestrale che, in virtù delle alte temperature (localmente fino a 23°C), hanno favorito i processi di evaporazione.
Gli accumuli su Cagliari città si aggirano, a seconda dei quartieri, tra gli 8 mm e i 10 mm, contro una media per questo mese pari a 41 mm. Male anche Sassari con soli 10,6 mm contro i 60 mm di media. È andata meglio a Oristano con 34,4 mm, ma anche qui siamo sotto i 50 mm che normalmente dovrebbero cadere in questo mese. Non cambia la situazione nelle zone interne dove gli accumuli oscillano generalmente tra 15 mm e 30 mm. Qui si segnalano i 15,8 mm di Oliena contro i 71 mm di media, i 20 mm di Villanova Strisaili contro i 95,7 mm di media e i 40 mm di Gavoi contro gli 86 mm di media. Ci si avvicina alle medie mensili solo in ristrette aree della Gallura. La località più umida è stata Tempio con 75,7 mm.