PALERMO. "Siamo orgogliosi del lavoro fatto questa mattina che ha concluso un'operazione lunga e complicatissima che ha coinvolto tutte le forze dello Stato". Queste le parole del procuratore di Palermo, Maurizio De Lucia, nel corso della conferenza stampa sulla cattura di Matteo Messina Denaro (QUI LA NOTIZIA).
"Era un debito che la Repubblica aveva e che in parte abbiamo saldato. Siamo orgogliosi dei carabinieri e delle polizie per il modo in cui è stato ottenuto questo risultato. È stato catturato un latitante pericolosissimo senza alcun ricorso alla violenza. Messina Denaro non era armato ed è stato portato via senza neppure l'uso delle manette, così come avviene in un Paese democratico e civile", dice ancora.
Secondo quanto emerso non ci sono elementi per parlare di complicità del personale della clinica, "anche perché i documenti che esibiva il latitante erano in apparenza regolari, ma le indagini sono comunque partite ora". Ha detto de Lucia.
Il comandante del Ros, Pasquale Angelosanto, parla di un lungo lavoro effettuato dai carabinieri anche durante le festività natalizie.
"L'ultimo periodo, quello delle feste natalizie, i nostri lo hanno trascorso negli uffici a lavorare e a mettere insieme gli elementi che ogni giorno si arricchivano sempre di più e venivano comunicati. La procura era aperta anche all'antivigilia, è stato uno sforzo corale", spiega.
“Non abbiamo trovato un uomo distrutto, in apparente buona salute, ben curato. In linea con un uomo di 60 anni di buone condizioni economiche", ha detto invece il procuratore aggiunto di Palermo Paolo Guido.
"Non poteva affidarsi a personaggi lontani dal contesto territoriale ma su questo stiamo procedendo ad approfondimenti investigativi”, ha spiegato aggiungendo che: "Il latitante indossava beni di lusso".
Secondo quanto fa sapere l'agenzia Adnkronos il boss mafioso è affetto da un "Adenocarcinoma mucinoso del colon", cioè una forma tumorale aggressiva che attacca il colon: diagnosticato a novembre 2020.
Il comandante Pasquale Angelosanto fa sapere che: “Da tempo eravamo a conoscenza della sua difficoltà di salute e individuando quale fosse la patologia ci siamo poi concentrati su pochi soggetti e poi su una sola che avesse bisogno di un certo tipo di cure. Il via è stato dato perché stamattina abbiamo avuto contezza che stamattina quella persona aveva avuto accesso alla struttura sanitaria. Bisogna dire che dal controllo del documento del latitante non si riscontrano falsificazioni grossolane”.
Il boss andrà in carcere. "Le sue condizioni di salute sono compatibili", ha detto il Pm Paolo Guido: "Al momento, dalle indicazioni cliniche che ci vengono dalla struttura che l'ha ospitato e operato, che l'ha avuto in cura fino a stamattina, le indicazioni sono assolutamente compatibili con il carcere".
De Lucia ha spiegato poi che: "È stato proposto il regime speciale 41 bis fin da subito, non possiamo rivelare la casa circondariale".
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