CAGLIARI. Ufficialmente erano tutti disoccupati, eppure si potevano permettere beni di lusso e borse griffate per le compagne. In particolare lui, Francesco De Gioannis, il boss della banda dei trafficanti arrestati questa mattina in un blitz nel quartiere di Is Mirrionis.
Dodici persone, tutte coinvolte nell’attività di spaccio, sono finite in manette all’alba di oggi nel corso dell’operazione “Pintadera 2” messa a segno dalla Squadra mobile di Cagliari.
Avevano allestito un mercato della droga all’interno delle palazzine popolari di via Seruci, con tanto di vedette e spacciatori attenti alle possibili incursioni della polizia: tutto era organizzato nei minimi dettagli. A coordinatore l’attività di spaccio era Alessandro Busu, che dava gli ordini ai pusher e alle vedette sul da farsi. Il via vai di acquirenti e tossicodipendenti era quotidiano, andava avanti anche nei giorni festivi, come hanno potuto accertare gli agenti della squadra mobile nel corso dei numerosi appostamenti avvenuti tra luglio scorso e maggio di quest’anno. Le indagini sono poi andate avanti con agenti sotto copertura e intercettazioni telefoniche, che hanno portato allo smantellamento di tutta la banda dello spaccio. Bianco, blu e azzurro i nomi in cui gli arrestati chiamavano le sostanze da vendere (che variavano dalla cocaina all’eroina fino allo speedball, un mix di entrambi).
E al telefono parlavano anche di una tossicodipendente entrata in overdose nel palazzo dello smercio. “È morta? Buttala giù”, diceva uno. “Chiudi tutto”. Nell’organizzazione giocava un ruolo importante anche una donna, Fabiana Mura: era il suo l’appartamento in cui avveniva il confezionamento della droga. Coinvolte anche le due compagne di De Gioannis e Busu.
Il modus operandi era sempre lo stesso: i tossicodipendenti venivano radunati dai membri del gruppo vicino alla palazzina e poi indirizzati all’ingresso del palazzo dove facevano le ordinazioni e pagavano anticipatamente il corrispettivo richiesto. A quel punto lo spacciatore di turno saliva ai piani superiori prendendo le dosi già preparate.
I dodici arrestati di oggi sono finiti in cella nel carcere di Uta.