CAGLIARI. C'è una nave madre che trasporta gli algerini fino alle acque internazionali e solo la fine del viaggio verso la Sardegna avviene a bordo di sgangherati barchini? Questa la teoria che si sta accreditando in molti ambienti. La fa sua anche il deputato di Fratelli d'Italia Salvatore Deidda, che ieri è andato a Porto Pino a riprendere quei gusci di noce che hanno portato sull'Isola decine di immigrati irregolari dal nord Africa.
Ma a leggere le cronache dei quotidiani locali pare che la realtà non sia questa. Gli algerini che arrivano in Sardegna compiono tutto il viaggio su imbarcazioni di legno, spinte da motori nemmeno troppo potenti. A supporto di questa tesi c'è una notizia di ieri: nei giorni scorsi, si legge su Liberté - periodico algerino - sulla spiaggia di Annaba la Gendarmeria nazionale ha fermato otto persone, tra loro anche una donna e un bambino, pronte a salpare verso la Sardegna. Stando all'articolo, il blocco è stato possibile grazie a un'operazione di intelligence. Si stavano preparando, scrive il cronista, "a levare l'ancora a bordo di un'imbarcazione di fortuna". Identica a quella della foto pubblicata sulla stessa testata: le barche sono lì, in spiaggia, pronte per essere usate per arrivare in Italia attraverso la Sardegna.