CAGLIARI. A un gol dalla storia, con tante polemiche arbitrali, ma con l’uscita tra gli applausi di pubblico, stampa e i complimenti degli avversari. Alla Roma ieri stava riuscendo il “miracolo”, recuperando una situazione quasi disperata nel doppio confronto di semifinale della Champions League contro il Liverpool, con il pazzo 4-2 dell’Olimpico dopo il 5-2 di Anfield Road all’andata.
Qualcuno, nel leggere queste righe, potrebbe chiedersi perché ci si soffermi sulla gara dei giallorossi. È presto detto: intanto perché De Rossi e compagni sono i prossimi avversari del Cagliari, nel posticipo di domenica sera alla Sardegna Arena. In secondo luogo perché è dal match di ieri notte che i rossoblù di Lopez dovrebbero prendere esempio. Sulla carta, stando a confrontare investimenti, rosa e ambizioni, tra Roma e Liverpool non c’era confronto. Troppo superiori economicamente gli inglesi (seppur con proprietà statunitense, come la Roma), in teoria. Ma la squadra di Eusebio Di Francesco ha opposto ieri una “sana follia”, dimostrando di non avere nulla di meno rispetto agli avversari, contando sul pieno sostegno di uno stadio che già aveva reso possibile la rimonta contro il Barcellona di Leo Messi.
Domenica sera il Cagliari dovrà cercare di “fare la Roma”, buttando in campo quello che in queste ultime giornate non si è visto: coraggio, sudore, voglia di salvarsi, attaccamento ai colori rossoblù. Ma, soprattutto tanta, tanta follia. Proprio quella che nella conferenza stampa di ieri mattina ha chiesto il nuovo direttore sportivo Marcello Carli. “Contro la Roma ci vuole follia – le sue parole –, servono undici pazzi con la voglia di fare qualcosa di straordinario. Senza questa foga, è inutile parlare”. Come dargli torto, d’altronde? Ci sono ancora 9 punti in palio, pur con tre gare proibitive. Pavoletti e compagni hanno una sola opzione: dare il massimo, lottare come se ogni pallone fosse quello decisivo e uscire dal campo senza più energia. Poi, si potrà anche perdere, dimostrando però che il gruppo ha voglia di lottare fino all’ultimo secondo del match finale, quando il 20 maggio sarà l’Atalanta a far visita ai rossoblù.
Ieri mattina il diesse, ultimo arrivato e per questo assolutamente incolpevole di una gestione societaria deficitaria lungo tutta l’annata, ci ha messo la faccia, con il suo carattere focoso e battagliero. Caratteristiche raramente ammirate quest’anno in un gruppo privo di veri leader e, nell’ultima giornata, tradito dai calciatori di maggiore esperienza (ne sono la prova le sanguinose squalifiche di Cigarini e Castan). Domenica la Roma arriverà a Cagliari con tutta l’intenzione di portar via i tre punti, per cementare il terzo posto in classifica e difenderlo dagli assalti di Lazio e Inter. Sarà l’ennesima gara impossibile per i rossoblù, con problemi di formazione e con il morale sotto i tacchi. Eppure, come ha saggiamente ricordato Carli, il destino del Cagliari “è nelle nostre mani. Dobbiamo prenderci le responsabilità che ci spettano”. Domenica sera, poco prima delle 23, si tireranno nuovamente le somme: si parlerà di “miracolo sportivo” o di ennesima delusione?