CAGLIARI. "Sollai ha deciso di confessare, anche sotto nostro suggerimento, dopo i tanti incontri con il nostro cliente". Così Carlo Demurtas, avvocato di Sollai insieme alla collega Laura Pirarba, apre la sua intervista telefonica con la redazione di Youtg.net. La decisione di Sollai è arrivata ieri e l'interrogatorio è cominciato alle 17. Quattro ore, durante le quali Sollai avrebbe confermato tutte le accuse, eccetto il movente. "Di quello se ne parlerà in seguito, in un altro colloqui che si terrà la settimana prossima, su data da stabilire". Spiega il legale. L'omicidio e l'occultamento invece li ha confermato lo stesso Sollai, compresi i tentativi di depistaggio nelle settimane successive all'omicidio.
L'omicidio
"Sollai ha riconosciuto tutti i fatti, esattamente nel modo nel quale gli sono stati contestati", spiega l'avvocato Demurtas. "Sia per quanto riguarda l'omicidio, sia per quanto concerne i tentativi di depistaggio successivi. A maggio, quindi, una volta tornata a casa dal lavoro, il call center dove era impiegata secondo quanto si era appreso all'epoca, Francesca Deidda è stata assassinata sul divano di casa (quello che successivamente Sollai ha tentato di vendere e pulire). Un colpo alla testa, una martellata nello specifico. Sollai a quel punto avrebbe deciso di nascondere il cadavere perché, va sottolineato, sembrerebbe che il 43enne abbia dichiarato di non aver premeditato le sue azioni. Avrebbe agito d'impulso quel giorno e avrebbe cercato di nascondere le sue tracce strada facendo. "Senza l'aiuto di nessuno, totalmente da solo, questo lo ha sottolineato", come precisato dal legale che riporta le sue dichiarazioni. Ma perché ha aspettato tanto prima di confessare? Sollai, durante l'interrogatorio avrebbe spiegato che, fino a questo momento, sarebbe stato confuso e che non credeva nemmeno lui a quello che aveva fatto. Ora, invece, nel pieno delle sue facoltà, conferma i fatti della vicenda.
L'occultamento
In carcere, ieri, il 43enne avrebbe quindi confermato di aver mandato lui la mail nella quale, spacciandosi per la moglie, si sarebbe licenziata dal suo posto di lavoro. Lo stesso vale per l'utilizzo del cellulare di Francesca Deidda, con il quale avrebbe tentato di rassicurare i cari della moglie (che comunque si erano insospettiti per l'improvvisa scomparsa), e con cui avrebbe tentato di rinforzare la tesi dell'allontanamento volontario. Tesi che in seguito si scoprirà non essere mai stata realmente considerata valida dai carabinieri che si sono occupati delle indagini. In rapida sequenza si arriva al 30 maggio quando il fratello di Francesca, Andrea, sporge denuncia per la sparizione della sorella. Più di un mese dopo Sollai verrà arrestato con l'accusa di omicidio e occultamento di cadavere. Occultamento che lui, ieri, ha effettivamente ammesso. Il borsone, il viaggio fino alla zona tra Sinnai e San Vito che si affaccia sulla ex 125 e infine il tentativo di nascondere il corpo con terra e sterpaglie e con delle siepi che ancora stavano crescendo. Per il ritrovamento del cadavere ci vollero circa 3 settimane agli investigatori e al cane molecolare.
I risultati delle analisi.
A incastrare il 43enne autotrasportatore sarebbero state (come succede spesso in questo tipo di casi) le tracce che ha lasciato strada facendo. Quelle fisiche, di sangue e liquidi biologici ritrovati sul divano e negli interni dell'auto. Quelle che il cane fiutò nelle campagne a fine luglio, muovendosi tra altri effetti personali: il bite dentale che fu accertato apparteneva a Francesca, un beauty case e altro. E poi le tracce digitali: a indicare il luogo dove poteva trovarsi il cadavere, sempre secondo le indiscrezioni ottenute in quei giorni d'estate, fu il fatto che il cellulare di Francesca e quello di Igor si erano collegati alla stessa "cella" nella zona dove poi sarebbero partite le ricerche in seguito. In realtà, oggi, l'avvocato Demurtas spiega come "i Ris non hanno ancora deposto i risultati sul materiale informatico, attendiamo ancora quelli". Intanto, tra i bene informati, si vocifera che in realtà i risultati possano arrivare a breve, a brevissimo: già stasera o comunque entro le prossime 24 ore addirittura.
Cosa manca?
Mancano le conferme sul movente: gli investigatori avevano ipotizzato potesse trattarsi di un delitto legato alla proprietà della casa, ad un'assicurazione, al fatto che Sollai volesse avere un'altra relazione. Lui sul movente non si è espresso, l'argomento verrà trattato la prossima settimana. Ma il fatto che abbia specificato si sia trattato di un atto d'impulso dal suo racconto, sottolinea che probabilmente rifiuterà i moventi suggeriti dagli inquirenti. Questa, però, per ora e in mancanza di eventuali conferme o smentite, rimangono speculazioni. Quel che è certo è che il caso, nonostante la confessione, non è chiuso. Ora si aspetta la decisione del Pubblico ministero Marco Cocco che ha già ascoltato questa prima parte della confessione.