CAGLIARI. Le indagini che hanno portato alla scoperta del lavoro nero nelle vigne e nelle campagne della Sardegna sono iniziate lo scorso mese di giugno, grazie alla denuncia di uno dei lavoratori sfruttati che ha raccontato tutto alla Polizia.
Ogni mattina all’alba gli stranieri venivano prelevati dal centro di accoglienza di Monastir da alcuni intermediari con auto o furgoni per portarli a lavorare nelle aziende agricole. La paga che rimaneva a ogni lavoratore era di circa 5 euro per un'ora di lavoro. La giornata lavorativa iniziava alle 5 del mattino e si concludeva nel primo pomeriggio, quando i lavoratori venivano riaccompagnati al centro di accoglienza. I lavoratori, spesso, dovevano anche procurarsi il pasto.
Le attività di intercettazione e di pedinamento della Polizia hanno consentito di documentare il presunto accordo criminale fra i cinque intermediari fermati e le trattative con gli imprenditori agricoli per la selezione del personale più adatto al tipo di raccolto, per l’ammontare della paga giornaliera e per l’orario di lavoro. Una parte della paga complessiva, circa 16 euro, che i datori di lavoro davano agli indagati, sarebbe stata trattenuta come prezzo dell’intermediazione illecita.
Uno dei fermati era ospite del Cas e si sarebbe occupato, da dentro, di scegliere i lavoratori in base alle richieste dei datori di lavoro e alle capacità degli stranieri che arrivavano all’interno della struttura dopo ogni sbarco a Cagliari.