PORTOVESME. "È possibile un nuovo investitore per il polo industriale di Portovesme si profila una soluzione". Lo fa sapere il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, durante il tavolo Portovesme in corso al Mimit, al quale partecipano anche il ministro degli Affari regionali, Tommaso Foti, i rappresentanti dell'azienda, della Regione Sardegna, delle organizzazioni sindacali e delle istituzioni locali.
"Grazie a Glencore della disponibilità ad aprire gli impianti e rendere accessibile la data room, così da consentire una due diligence adeguata", ha detto il ministro. "Abbiamo lavorato in queste settimane in questa direzione, riscontrando interesse da parte di alcuni primari operatori del settore che ovviamente, come ben sa Glencore, intendono rilevare l'intero impianto per continuare la produzione dello zinco. Ciò risponderebbe agli interessi strategici del Paese e consentirebbe di meglio tutelare l'occupazione, con ulteriori prospettive di crescita ove si realizzasse anche, come auspichiamo, l'impianto di recupero del litio, per il quale abbiamo supportato la richiesta di Glencore alla Commissione europea", ha aggiunto.
"Per noi, e lo ribadisco, la linea dello zinco è strategica per il Paese e siamo in prima linea per garantirne la continuità. Se Glencore deciderà di continuare a produrre zinco rivedendo i suoi progetti, saremo ben lieti di supportarla. In caso contrario, non vi è strada alternativa all'individuazione di un nuovo investitore che intenda mantenere l'unità del sito produttivo".
In occasione della sua visita al sito lo scorso 27 dicembre "abbiamo chiesto e ottenuto dalla proprietà la disponibilità a cedere l'unità degli impianti, così da favorire l'ingresso di un nuovo investitore per tutte le attività dello stabilimento", ha fatto sapere.
Il commento del segretario generale della Cgil
“Un incontro interlocutorio, nel quale è emerso un quadro in evoluzione dai contorni poco chiari”: è piuttosto tiepido il commento del segretario generale della Cgil Fausto Durante sull’incontro di oggi al ministero sulla Portovesme srl. “Vanno chiariti aspetti sostanziali - ha aggiunto - sul piano industriale e gestionale, sul fronte della ipotetica nuova compagine che potrebbe subentrare e sul complessivo progetto di rilancio che per i sindacati deve comprendere anche San Gavino ”.
Da una parte il governo, con la presenza dei ministri Urso e Foti, riaffermando la strategicità delle produzioni di zinco e piombo ha assicurato che esiste un soggetto disponibile a subentrare nello stabilimento rilanciando entrambe le linee di produzione. Dall’altra la Glencore, che si è detta disponibile a cedere l’intero stabilimento ma fermamente convinta a portare avanti il progetto litio, anzi, rilanciando l’ipotesi di trasferire la sua attività a San Gavino per realizzare lì un hub europeo di riciclo e recupero delle materie prime per costruire batterie elettriche.
“Al di là delle parole e degli intendimenti dichiarati non c’è concretezza e non c’è chiarezza nemmeno nei passaggi tecnici che dovranno accompagnare il percorso” ha detto il segretario Durante. Ne è prova il fatto che alla domanda diretta sul destino, nell’ipotetica cessione di tutto l’impianto, dei macchinari oggi presenti nello stabilimento e potenzialmente utili sia alla stessa Glencore per le future attività che al nuovo soggetto per produrre piombo e zinco, i responsabili aziendali non hanno risposto adducendo come motivazione che si tratta di informazioni riservate. Insomma, disponibili a cedere tutto lo stabilimento ma senza chiarire alcun dettaglio sul come.
Va da sé che la riunione non ha portato sostanziali passi avanti e l’auspicio è che in tempi stretti si concretizzino le promesse del governo, si riavviino le produzioni di piombo e zinco e si trovi una soluzione per abbattere i costi dell’energia".