VILLANOVAFORRU. "Sono arrivati sotto un sole infuocato, hanno scavato e piantato in poche ore una torre anemometrica di novanta metri. Poi verrà tutto il resto. Segnatevi la data, 13 luglio 2023, perché questo è il Giorno 1". Nemmeno la manifestazione di protesta organizzata ieri dal comitato Su Entu Nostru ha potuto impedire l'arrivo della ditta incaricata dei lavori di realizzazione dell'impianto eolico nel campo tra Sanluri e Villanovaforru, nelle vicinanze di due nuraghi e di una chiesa campestre del 1600.
Quel progetto tanto contestato fa infuriare cittadini, lavoratori della zona e sindaci. Come Maurizio Onnis, che racconta così quanto accaduto ieri: "L’agricoltore che cura quel campo ha dovuto tagliare il grano in fretta e furia, prima d’esserne spossessato. A un tiro di schioppo, un nuraghe censito. Un tizio del cantiere ingiungeva di non riprendere e non fotografare. Un altro, con accento piemontese, ha sostenuto che portano il benessere in Sardegna. L’ha detto sul serio", racconta il sindaco di Villanovaforru, "E quando ti dicono queste cose tu ti senti un pezzo di popolo sconfitto".
Il comitato della Marmilla “Su Entu Nostu” era lì, con tanto di striscioni contro l'eolico: "Ha fatto da vedetta, li ha beccati là e porterà avanti questa lotta", dice Onnis. "Se sperano di scoraggiarci, sbagliano. La partita è appena cominciata".