CAGLIARI. Le modifiche al decreto sul Superbonus volute dal governo Meloni rischiano di causare effetti devastanti, soprattutto in Sardegna. Lo denunciano i sindacati dei lavoratori dei settori dell’edilizia, pronti a scendere in piazza il 1 aprile con il sit-in “Fai la cosa buona”, per chiedere una revisione del provvedimento, che escluderebbe la possibilità, per i redditi bassi, di accedere agli incentivi previsti per la messa in sicurezza degli edifici, l’efficienza energetica e l’abbattimento delle barriere architettoniche.
I dati forniti da Cgil e Uil parlano chiaro: nel 2022, il Superbonus ha prodotto in Sardegna 10mila occupati in più, il 2,2% del totale dell’occupazione regionale, con una percentuale superiore alla media nazionale. Non solo: l’Isola registra un incremento del Pil di 1.8% sul 3% totale: significa che il 60% della crescita del Pil sardo è riconducibile ai lavori di riqualificazione incentivati col Superbonus.
Il rischio, secondo i sindacati, è quello di provocare una brusca frenata e un pericoloso crollo di fiducia: una bomba a orologeria che si scaricherà sulle spalle di lavoratori, famiglie e imprese. Al corteo del primo aprile, che partirà dal parco di Molentargius, parteciperanno anche Legambiente, la Federazione degli Ordini degli architetti e Adoc.