CAGLIARI. Attilio Cubeddu, primula rossa del banditismo sardo, non è responsabile della morte dell’ispettore Samuele Donatoni. Il superlatitante di Arzana – condannato in primo grado all’ergastolo per l’uccisione dell’ispettore dei Nocs avvenuta durante uno scontro a fuoco nell’ottobre del 1997 - è stato assolto dalla corte d’assise d’appello di Perugia per non aver commesso il fatto.
All’origine della revisione del processo legato al sequestro dell’imprenditore bresciano Giuseppe Soffiantini una perizia che dimostra come a uccidere l’agente del Nucleo operativo di sicurezza sull’autostrada Roma-L’Aquila nel corso delle indagini sul rapimento sia stato il fuoco amico di una Beretta in dotazione alla Polizia.
Per la morte di Donatoni la corte d’Assise di Roma aveva assolto il complice di Cubeddu, Giovanni Farina, infliggendo il carcere a vita all’ex bandito dell’Anonima, condannato dalla stessa corte a 30 anni per il rapimento dell’imprenditore di Manerbio rilasciato nel febbraio del ‘98 dopo 237 giorni di prigionia e il pagamento di un riscatto di 5 miliardi di lire. Oggi i giudici di secondo grado hanno confermato la condanna per il sequestro assolvendo però Cubeddu - latitante da vent'anni e inserito nell'elenco speciale del ministero dell’Interno sui latitanti più pericolosi – dall’accusa di omicidio.