CAGLIARI. La Francia è blindata. E presto solo chi avrà effettuato il vaccino, e quindi sarà in possesso di un green pass potrà continuare ad andare al ristorante, bar, cinema, musei, e in generale luoghi pubblici. La variante fa paura. E ora si teme anche in Sardegna, dove i casi dell’Indiana, più conosciuta come Delta, aumentano. I numeri crescono, e si contagiano soprattutto i giovani. Gli effetti iniziano a sentirsi anche sulle prenotazioni. Luglio e agosto registrano un pienone, ma per settembre si sono bloccate, le voci girano, ormai si sa che la Sardegna è la seconda regione d’Italia per numero di casi ogni centomila abitanti. E allora perché non adottare lo stesso modello della Francia in Italia e quindi in Sardegna? Il mondo dell’imprenditoria rappresentato dal presidente di Federalberghi Sardegna Paolo Manca, si dice favorevole.
“La preoccupazione è cresciuta pari ai contagi, i media comunicano le possibili zone gialle ed è un freno alle prenotazioni in Sardegna in particolare per il proseguo della stagione, azioni come quelle della Francia potrebbero essere soluzioni che limita la possibilità di fruire di tutti i servizi turistici”. Anche secondo l’epidemiologo Giovanni Sotgiu sono necessarie “misure di sanità pubblica che riducano il rischio di un’ascesa della curva epidemica”. Senza alcuna esitazione, Stefano Schirru, consigliere regionale del Partito Sardo D’Azione dice che: “La migliore protezione è il vaccino e quindi limitare le attività pubbliche di chi ancora non è vaccinato”. Il leader dei Progressisti Francesco Agus solleva il problema dell’economia. “Tra le soluzioni non può esserci una nuova restrizione delle libertà personali, la gente non può sostenerle dal punto di vista psicologico ed economico, è chiaro però che se vogliamo evitare che i nostri ospedali si trasformino in lazzaretti, l’unica soluzione è diffondere il più possibile la vaccinazione di massa e fare in modo che si evitino contatti con persone non vaccinate e potenziali propagatori del virus”.
- Monica Magro
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