CAGLIARI. "Uno schiaffo bruciante, ma immeritato: noi abbiamo fatto e facciamo il possibile. Non dividiamoci adesso". Rosanna Laconi è il primario del Pronto soccorso del Policlinico di Monserrato. Risponde con una lunga lettera alla denuncia sottoscritta da dieci colleghi di Chirurgia dello stesso ospedale che, tra le altre segnalazioni, avevano indicato nella sua struttura una sorta di porta del contagio da coronavirus al Duilio Casula (QUI LA NOTIZIA). Un'accusa che non va già alla Laconi. Che se da una parte respinge al mittente le accuse, dall'altra lancia un appello: "Siamo tutti provati, basta un nulla per far saltare equilibri e dinamiche relazionali costruite non senza fatica. Siamo certi che riusciremo a ritrovare l’unità, la comprensione reciproca, la stima che ci ha sempre sostenuto anche quando vi erano disaccordi e incomprensioni. Ci siamo sentiti ingiustamente accusati, non pensiamo di meritarlo. Stiamo facendo il meglio e il massimo delle nostre possibilità per gestire questa immensa situazione: ce la faremo". Intanto sono saliti a 19 i contagi all'interno della struttura, con la positività di altri due infermieri di Medicina rilevata ieri (QUI LA NOTIZIA).
Ecco la lettera integrale.
Carissimi, a nome di tutto il mio prezioso Team del Pronto Soccorso dell’AOU di Cagliari condivido con Voi,
Siamo un’equipe compatta che da due mesi sta lottando per difendere l’Ospedale dall’attacco di un nemico che come nel resto del mondo nessuno di noi conosceva. Dall’oggi al domani ci siamo trovati catapultati in un altro modo di lavorare, abbiamo riadattato gli spazi e le priorità; ci siamo organizzati cercando di contenere al meglio la nostra paura, perché si, anche noi, come voi abbiamo paura tutti i giorni quando veniamo a lavorare e soprattutto quando rientriamo dai nostri familiari.
Siamo diventati più forti sostenendoci l’uno con l’altro, abbiamo imparato a “bardarci” in sicurezza, anche 3-4 volte per turno per assistere i pazienti che avevano bisogno di noi. Siamo fieri per tutto quello che abbiamo fatto e stiamo facendo per dare una risposta alla città e al nostro Ospedale. Abbiamo sentito l’orgoglio della nostra funzione e del nostro ruolo: difendere l’Ospedale e dare una risposta concreta ai pazienti. Un collega al quale mancano pochi mesi per andare in pensione, ha gestito il primo paziente Covid giunto nel nostro PS ha immediatamente eseguito un tampone, è entrato non senza timore in una stanza di isolamento per assistere il paziente sospetto rivelatosi poi Covid positivo: tutto questo con grande senso etico e di responsabilità, senza un lamento. Abbiamo visto infermieri e medici uscire esausti e grondanti di sudore dalle stanze di isolamento, dopo 3 -4 ore che indossi le tute non respiri più, ti sembra di svenire.
Era ed è il momento di agire, senza accuse, senza recriminazioni senza denigrare mai l’Azienda per la quale lavoriamo. Abbiamo lavorato in un momento in cui c’era penuria di DPI e abbiamo imparato a razionalizzare il loro uso. Forse abbiamo sbagliato tante cose, ma ne abbiamo imparate tante altre. Solo chi non fa non sbaglia mai e ogni errore è sempre un grande apprendimento.
Quando abbiamo ricoverato il collega, tampone negativo, con IgG- igM negativi, in un reparto di Medicina chiedendone comunque l’isolamento e la ripetizione del tampone alle 24 ore, per garantire la massima protezione lo abbiamo fatto nel pieno rispetto delle procedure regionali e aziendali che impongono il ricovero nel reparto Covid solo ai pazienti con tampone positivo oppure tampone negativo ma con sierologia positiva. I nostri infermieri in pre-triage, guardiani rigorosi dell’Ospedale, si sono spesi senza sosta né riposo, incuranti della fatica e del grandissimo stress ai quali sono sottoposti. Abbiamo avuto una collega che si è ammalata ma non abbiamo colpevolizzato nessuno.
Da questa esperienza abbiamo tratto un grande insegnamento: si vince solo insieme. Cavalcare il conflitto e la paura, distrugge un sistema e risollevarsi dalle macerie è molto più difficile che costruire una nuova strada o correggere la strada sbagliata.
Ci siamo sentiti ingiustamente accusati, non pensiamo di meritarlo. Stiamo facendo il meglio e il massimo delle nostre possibilità per gestire questa immensa situazione: ce la faremo.
Vogliamo ringraziare tutti i giovani medici, infermieri e Oss che in questi giorni sono venuti in Pronto Soccorso a darci una mano integrandosi pienamente nel gruppo e si sono sentiti protetti e guidati dagli operatori più esperti. Ringraziamo tutti i colleghi che nei reparti quotidianamente insieme a noi lavorano tra mille difficoltà. Ringraziamo la direzione aziendale e in particolare la direzione sanitaria e medica del presidio che ci hanno sempre supportato e continuano a farlo costantemente.
È un momento durissimo in cui la tempesta minaccia la stabilità dell’imbarcazione su cui viaggiamo tutti. Vi chiediamo di unirci al di là delle incomprensioni, al di là del cercare colpe e colpevoli, uniamoci con le competenze che sempre ci hanno contraddistinto agli occhi di tutta una città che ha sempre creduto in noi dandoci fiducia e verso la quale abbiamo degli obblighi.
Un forte dissidio interno sarebbe fatale per l’equilibrio, l’immagine, la salute di tutti. Ognuno di noi sta spingendo i motori al massimo e senza risparmio di energie per condurre l’imbarcazione in salvo, non facciamoci del male dall’interno.
Siamo tutti provati, basta un nulla per far saltare equilibri e dinamiche relazionali costruite non senza fatica. Siamo certi che riusciremo a ritrovare l’unità, la comprensione reciproca, la stima che ci ha sempre sostenuto anche quando vi erano disaccordi e incomprensioni. Ci siamo sentiti colti alla sprovvista e impreparati nel ricevere uno schiaffo certamente bruciante che tuttavia sentiamo immeritato: in ogni caso lo cogliamo come opportunità per poterci spiegare, capire, unire, riflettere, ma sempre senza abbandonare il campo. In questo momento pensiamo che il “non gioco più" sarebbe deleterio.
Vi chiediamo di continuiamo a lottare tutti insieme, al di là dell’orgoglio, della recriminazione, del rancore. Rinnoviamo la nostra totale disponibilità al dialogo e al sano confronto per migliorarci tutti, ancora una volta vi diciamo: “Nessuno di noi è forte come tutti noi “ (H. Blanchard)
Rimaniamo uniti!! Grazie a tutto il nostro meraviglioso Ospedale!Un grazie di cuore al meraviglioso Team del PS, grazie per il vostro impegno, per i vostri sorrisi e le vostre lacrime.
Il Direttore di Dipartimento E/U
Dott.ssa Rosanna Laconi
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