CAGLIARI. “Attivate per tutti il lavoro agile, altrimenti siamo pronti a proclamare lo stato di agitazione di tutti i lavoratori di call center della Sardegna e il blocco degli straordinari”. Così i sindacati Cgil, Cisl e Uil esprimono forte preoccupazione per gli operatori dell'Isola. C’è chi non ha ancora arrivato lo smart working e le segreterie regionali temono che anche in Sardegna possa accadere quanto è successo tra gli operatori telefonici delle altre regioni: ieri è morto un operatore a Roma, il primo deceduto nella capitale sotto i 40 anni. E altri casi positivi si sono registrati in altri territori.
Il lavoro tra i dipendenti dei call center spesso si svolge all’interno di open space, con tutti i rischi che può comportare l’assembramento talvolta di troppe persone all’interno di una stanza. Per questo i sindacati regionali hanno informato lo Spresal, il servizio prevenzione e sicurezza del lavoro della Sardegna che ha provveduto a far partire le ispezioni in vari call center dell’hinterland cagliaritano.
“Chiediamo don da subito la messa in atto di tutte le misure necessarie, anche sospendendo le attività delle sedi, per consentire la predisposizione, configurazione e consegna dei dispositivi necessari per il lavoro agile”, scrivono in una nota i sindacati, “auspichiamo che le aziende rispondano senza ritardo e non escludiamo altre azioni in caso di inerzia, confermando la proclamazione nazionale dello stato di agitazione di tutti i lavoratori di call center”.
Pericolo virus nei call center sardi: "Lavoro da casa o sarà protesta"
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