CAGLIARI. Agenti uccisi a Trieste. Il giorno del cordoglio. E della rabbia. Perché la morte in servizio del poliziotti Pierluigi Rotta, 34 anni di Napoli, e Matteo Demenego, 31 anni di Velletri, freddati da un uomo che stavano accompagnando per accertamenti (QUI LA NOTIZIA) ha scatenato la solidarietà di tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine, e non solo, in tutta Italia.
Anche a Cagliari carabinieri e polizia si sono dati appuntamento davanti alla Questura: in silenzio, in piedi, con i lampeggianti accesi, per ricordare i colleghi ammazzati poche ore prima. Davanti all'edificio sono stati deposti dei fiori. Il gesto è stato compiuto da un anziano signore e da un bambino, sceso dal passeggino. Persone senza divisa, grandi e piccoli, per dimostrare vicinanza al Corpo di polizia.
Da dove però arrivano anche le rivendicazioni. "Dopo quanto accaduto a Trieste non possiamo non urlare tutta la nostra rabbia legata a quanto accade ogni giorno in strada. Si lavora in condizioni di diffusa insicurezza con strumentazioni obsolete che espongono i poliziotti a rischi altissimi", accusa Luca Agati, segretario provinciale del Sap, "Anche a Cagliari come abbiamo denunciato senza sosta le carenze sottolineando, senza trovare soluzione, l'esigenza dell'utilizzo del cinturone blu che prevede la sicura per la pistola rendendo impossibile l'impossessamento da parte di terzi, senza dimenticare il difetto per chi siede in Volante della rottura del perno rotante che fa venire meno, come per i poveri colleghi defunti, dello stesso blocco. Solo una minima parte dei colleghi ha in dotazione questo strumento, gli altri svolgono ancora i servizi operativi con la fondina bianca di cartone pressato. In magazzino sempre la stessa risposta, "cinturoni non ce ne sono". Addirittura nei giorni scorsi stanno consegnando ai poliziotti della Postale i cinturoni usati riconsegnati da altri per il cambio. Questa é la Polizia italiana e se oggi piangiamo due colleghi è per colpa di chi ci costringe a lavorare senza tutele, senza materiale, in virtù di logiche di palazzo ben più interessate all'immagine dell'istituzione che alla sicurezza dei suoi uomini". E una parola, per chiudere: "Vergogna".
Alessandro Congiu, del sindacato Fsp, spiega che "siamo stanchi di vedere nelle cronache che giovani poliziotti vengono uccisi da delinquenti incalliti che la fanno sempre franca. Ora più che mai la Politica, che finora è stata in silenzio per le nuove regole discriminanti impartite dalla precedente squadra di Governo, deve dare delle risposte concrete per sanare una situazione veramente paradossale per i nuovi limiti da 30 anni a 26 anni per partecipare ad un concorso nella Polizia di Stato. La FSP Cagliari Polizia di Stato, già Ugl Polizia di Stato, da sempre impegnata per la tutela dei poliziotti e dei giovani che vogliono intraprendere questa professione, proclamano il lutto di tutti quei cittadini e poliziotti che credono nella Giustizia e nella Legalità: non si può morire così a meno di 30 anni".