Le interviste al fondatore del Grig Stefano Deliperi e al sindaco di Domus De Maria, Maria Concetta Spada
CAGLIARI. Un successo enorme. E qualche dubbio. L'operazione "Salviamo le dune e la spiaggia di Chia" promossa dal Gruppo di intervento giuridico di Stefano Deliperi ha avuto un'eco fortissima: gli ambientalisti hanno annunciato l'acquisto delle dune della meravigliosa spiaggia della costa sud occidentale del Golfo degli Angeli con l'intento di preservarle dal rischio di eventuali e future speculazioni.
Su quell'area, pare, c'era l'interesse di un fondo arabo (qui la notizia). La raccolta fondi lanciata online, che ha ricevuto numerose adesioni anche illustri, compresa quella di Piero Pelù (qui la notizia), ha incontrato anche qualche perplessità. Come quelle sollevate dal Comune di Domus de Maria, secondo il quale le dune sono in area demaniale ipervincolata, non possono essere acquistate e non c'è alcun pericolo speculazione (qui la notizia). Insomma, quella su Chia viene considerata una montatura. Deliperi però insiste, afferma di avere in mano le carte che dimostrerebbero la bontà di tutta l'operazione e si dice sicuro: "Quelle dune sono private, lo dimostrano sentenze del Tribunale di Cagliari e certificati catastali". E con un lungo post prova a fare chiarezza.
"Nei giorni scorsi è partita con forza la campagna “Salviamo insieme le dune e la spiaggia di Chia”promossa dall’associazione ambientalista Gruppo d’Intervento Giuridico. In pochi giorni l'iniziativa ha visto il coinvolgimento di tantissime persone che hanno ben compreso il significato “popolare” dell’acquisto di parte delle dune e della spiaggia di Chia, uno straordinario gioiello del Mediterraneo, con l’obiettivo di salvaguardarle per le generazioni future e garantirne la fruizione pubblica. Grande risalto ha avuto da parte della stampa nazionale e regionale, su carta e online, su telegiornali (TG1, TG2 e TG3, programmi televisivi e radiofonici, sui social network. Particolarmente gradito il sostegno entusiasta di Piero Pelù, un sincero amante della Sardegna.
Ma sono le tantissime persone a cui è dedicato questo regalo di Natale e per i restanti 364 giorni dell’anno a dare forza alla campagna per la salvaguardia collettiva di questa preziosa natura.
Sono finora pervenute centinaia di donazioni da tutta Italia quali contributi all’acquisto, dai pochi spiccioli inviati da bambini che d’estate vanno al mare davanti all’isolotto di Su Giudeu ai versamenti di cifre più rilevanti da parte di comuni cittadini e di intere redazioni giornalistiche come quella di Internazionale.
In pochi giorni la cifra complessiva raccolta è stata di circa 16 mila euro.Sono pervenute anche diverse domande per avere più informazioni sulla vicenda. E ci sembra pertanto doveroso fare un po' di chiarezza rispetto alla tanta disinformazione che purtroppo sta arrivando proprio da fonti istituzionali.
Le dune chi Chia al centro della querelle
Chiariamo subito che malgrado le errate convinzioni e le incaute dichiarazioni degli amministratori comunali di Domus de Maria, NON SI TRATTA DI UN’AREA DEMANIALE. Anche a noi, nell’apprendere la notizia, è parso davvero incredibile che tanti ettari di dune e spiaggia di Chia fossero di proprietà privata e non comunale o demaniale, come la maggior parte delle persone è portata a credere. E poiché “fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio”, abbiamo iniziato a verificare tutti i documenti possibili e immaginabili, visionare carte comunali, catastali, atti notarili, contratti di proprietà precedenti, ecc. Un notaio ci ha lavorato sopra per mesi e alla fine ha ricostruito tutta la situazione con l'aiuto prezioso anche di una sentenza della Corte d'Appello. L’inequivocabile risposta è stata che 9 ettari di dune e spiaggia in prossimità dell'isolotto di Su Giudeu e lo stagno di Chia hanno dei proprietari. Non uno soltanto, quindi, ma ben 8 persone fisiche (di cui omettiamo i nominativi per ragioni di privacy) che hanno acquisito la proprietà dopo un lungo contenzioso risolto con la sentenza n. 12 del 12 gennaio 2016 emessa dalla Sezione II della Corte d’Appello di Cagliari (passata in giudicato) che, dopo un lungo giudizio, ha definitivamente respinto un’istanza di usucapione e ha confermato la titolarità del diritto di proprietà agli attuali intestatari dei terreni. Sentenza da cui risulta (ovviamente siamo in possesso di tutta la documentazione) che il Comune di Domus de Maria non è affatto proprietario di quei 9 ettari (come il sindaco va dicendo in giro con poca prudenza) e che la parte demaniale in quel tratto è molto stretta (appena pochi metri).
A comprovare che non si tratta di un’area demaniale c’è poi l’estratto catastale del foglio 306, mappali 50, 275 e 276, per un’estensione di circa 9,5 ettari, intestati, come detto, a 8 privati per quote diverse.
Anche lo stesso Comune di Domus de Maria lo conferma, conferendo nell’agosto 2018 il relativo certificato di destinazione urbanistica al richiedente (proprio colui che ci ha venduto l’area) “in qualità di proprietario”. Se gli uffici comunali non avessero stabilito con certezza la proprietà difficilmente avrebbero rilasciato un tale certificato (di cui ovviamente siamo in possesso). Ovvio, no?Ebbene uno di questi proprietari ha preferito vendere al Gruppo d'Intervento Giuridico la sua parte di 4 ettari piuttosto che cederla a gruppi speculativi arabi che lo avevano già contattato (abbiamo verificato anche questo) o ad altri gruppi d'affari italiani che si erano già fatti avanti (conosciamo anche questi nomi).
Perché ci siamo impelagati in una simile impresa invece di trascorrere delle tranquille vacanze di Natale? Quali sono i pericoli che abbiamo visto profilarsi all’orizzonte? E presto detto. Vari soggetti immobiliari a capitale arabo e internazionale da diversi mesi stanno rastrellando terreni lungo le coste sarde. Anche a Chia. Ma che ci potrebbero fare degli speculatori in un tratto costiero attualmente protetto da norme e leggi urbanistiche ed in cui non si potrebbe toccare neanche una foglia di ginepro?
Abbiamo provato a capirlo anche noi e abbiamo scoperto che si possono fare un sacco di cose avendo la proprietà di quei 9 ettari e ci siamo spaventati. Purtroppo non è azzardato ipotizzare un futuro privatizzato per le dune e la spiaggia di Chia. Per non parlare delle possibili e probabili modifiche normative (le elezioni sono ormai dietro l’angolo) che consentirebbero la produzione di volumetrie edilizie da concentrare subito a ridosso di dune e spiaggia.
E comunque, se degli immobiliaristi di lungo corso si interessano a quella zona di Chia non è certo per andarci a fare il bagno a Ferragosto ma perché hanno dei piani in mente! E di questi piani nel corso di trent'anni di attività in difesa dell'ambiente e soprattutto delle coste sarde ne abbiamo visti a bizzeffe e siamo ormai abituati a cogliere i segnali... A Chia si sta muovendo qualcosa di grosso! Molto grosso!Così dopo aver verificato con il notaio e i nostri avvocati tutta la documentazione possibile, abbiamo vinto il nostro scetticismo iniziale e abbiamo stipulato l'atto preliminare di vendita che ci porterà in breve tempo all'acquisto dell'area.
Per noi è un sacrificio economico enorme che teoricamente non potevamo permetterci. Ma abbiamo pensato che dovevamo farlo per fare qualcosa di concreto per la nostra terra. E abbiamo pensato che qualcuno ci avrebbe dato una mano per comprare tutti insieme, sardi e non sardi, un pezzetto di futuro da lasciare intatto per le prossime generazioni.
Col vostro aiuto siamo sicuri di farcela!
E stiano pure tutti tranquilli, residenti, turisti estivi e amministratori locali: la spiaggia e le dune di Chia rimarranno esattamente così come sono ora, protette, sicure e libere.Il nostro ambiente e la nostra identità non sono in vendita, insieme possiamo dimostrarlo concretamente".