Italia e mondo

Un cervello sardo dietro la foto del secolo che immortala un buco nero

Ciriaco-Goddi

CAGLIARI. C'è un pezzo di Sardegna nella foto del secolo, quella che immortala un buco nero. Un risultato scientifico senza precedenti (qui la notizia), che conferma la teoria della relatività di Einstein, raggiunto grazie all'Event Horizon Telescope (Eht): un gruppo di otto radiotelescopi da terra che opera su scala planetaria, nato grazie a una collaborazione internazionale.

 

Tra i partner anche l'Eso (Osservatorio europeo australe), che «ha l’onore di aver contribuito in modo significativo a questo risultato attraverso la sua leadership europea e il suo ruolo chiave in due dei telescopi componenti di Eht, che si trovano in Cile – Alma e Apex", commenta il direttore generale dell’Eso Xavier Barcons. E al lavoro nel deserto di Atacama per Alma c'è Ciriaco Goddi, segretario del consiglio scientifico del consorzio Eht e project scientist del progetto europeo BlackHoleCam. 

Nato a Nuoro 44 anni fa, cresciuto a Orune, liceo scientifico a Bitti, laurea e dottorato in Fisica all’università di Cagliari. Questo è Ciriaco Goddi. Che spiega:  "L’Atacama Large Millimeter Array (Alma) è un elemento fondamentale per questo progetto scientifico. Situato nel deserto di Atacama – nelle Ande Cilene, il più alto e secco al mondo, a 5100 metri sul livello del mare – è il radiotelescopio più sensibile mai costruito in banda millimetrica, con ben 54 antenne di 12 metri di diametro (e altre 12 antenne più piccole di 7 metri di diametro). Durante le osservazioni con l’Eht, buona parte delle sue antenne di 12 metri di diametro (di solito una quarantina) vengono combinate creando virtualmente un unico elemento equivalente a un gigantesco radiotelescopio di circa 70 metri di diametro".