CAGLIARI. A rischio 900 lavoratori dei call center WindTre dopo la fusione delle due compagnie. “E la metà sono sardi, lavorano nei call center". La denuncia arriva da Tonino Ortega, segretario generale della UilCom per la Sardegna. La preoccupazione monta dopo un incontro a Roma nel quale si è discusso del futuro dell’azienda. «Troppo spesso in Italia, con la promessa di chissà quale futuro, le grandi aziende lasciano macerie sul presente», si legge in una nota, “ma tra trionfalismi di rito e numeri roboanti, c’è stata una vera doccia fredda per dipendenti e rappresentanze sindacali: l’annuncio inatteso di voler mettere sul mercato più di 900 lavoratori, di cui circa la metà sardi, impiegati sino a ieri a tempo indeterminato nell’assistenza clienti di H3G”.
La corsa alla fusione tra Wind e Tre è cominciata. “Dietro i noti brand si parla di uno sposalizio tra due multinazionali colossali: Veon, già proprietaria di Wind, con capitale in maggioranza Russo e Norvegese, registrata alle Bermuda, sede ad Amsterdam e CK Hutchison, gigante finanziario che oltre ad H3g va dalle attività portuali in tutto il mondo fino alle biotecnologie, registrata alle Cayman e creatura del magnate Li Ka-Shing, l’uomo più ricco della Cina e tra i venti più ricchi del mondo secondo le stime della rivista Forbes”. Wind-Tre Spa nasce per essere il primo operatore di telefonia in Italia con numeri vertiginosi: 34 milioni di clienti e una fetta di mercato che sfiora il 30%, ricavi per circa sei miliardi e mezzo e indicatori economici tutti in grande crescita. L’incontro del 22 maggio e sue implicazioni. «Sono stati annunciati 7 miliardi di investimenti nei prossimi 6 anni”, spiega però Ortega, “senza però illustrare come verranno impiegate queste risorse in un mercato che vive di continue rivoluzioni. In compenso è fin troppo chiara la volontà di disperdere un patrimonio di esperienza che minaccia il futuro dei 916 lavoratori impiegati nelle sedi di Genova, Palermo, Roma e Cagliari. Ed è incomprensibile che in una sede ufficiale come Confindustria si annunci un’operazione di vendita del genere in cui si dichiara però che l’acquirente non è stato ancora individuato”.
Un occhio particolare alla realtà sarda: “In questo contesto la situazione dell’isola ci preoccupa particolarmente poiché è tutta incentrata su attività di Customer Care. La sede cagliaritana si è sviluppata ed è cresciuta sulla storia di un’eccellenza locale che fu Andala, è stata sempre all’avanguardia nel servire supporto qualificato ai clienti sin dai tempi della nascita dell’Umts, ed è arrivata a impiegare oltre 500 lavoratori nel momento di massima crescita. Per oltre dodici anni questi lavoratori sono stati la voce del marchio TRE, brand che il nuovo colosso si vanta di voler mantenere proprio per la sua appetibilità e credibilità”, prosegue il segretario regionale della Uilcom Sardegna, “per questo l’annuncio di voler cedere l’intero servizio che si occupa dei clienti al numero 133 ci pare una decisione senza senso, in un momento storico fatto di grande competizione e aggressività sulle tariffe in cui la differenza la può fare soltanto la qualità del servizio offerto”