CAGLIARI. “Mezzo milione di persone accertate, anche se il numero si allarga fino ai due milioni circa, sono state trucidate dai nazifascisti, ma questo non viene riportato nei libri di storia”.
A parlare è il musicista e docente universitario di lingua e cultura romanì Santino Spinelli in occasione dell’incontro a palazzo Bacaredda a Cagliari con i giovani studenti dell’istituto Santa Caterina per parlare dello sterminio di rom e sinti durante la Seconda guerra mondiale. Un genocidio, chiamato Samuaripen, ma che a differenza della Shoah, in Italia non ha ancora una giornata dedicata al ricordo delle sue vittime.
“A Norimberga non furono chiamati i rom, addirittura i carnefici non furono accusati e non furono giustiziati. Questa è una verità storica non riconosciuta, va ripristinata una verità e una giustizia morale e culturale”, spiega Spinelli.
Attualmente vengono riconosciute tra le 250mila e le 500mila vittime, ma l’imprecisione sul numero esatto è dovuto all’assenza di una documentazione ufficiale. “Prima della guerra non ci fu un censimento per i rom e siti in tutta Europa. Le truppe d’assalto molte volte arrivavano negli accampamenti e li sterminavano, per poi seppellirli e quindi non sappiamo quante volte questo è successo e non conosciamo la posizione esatta di queste fosse comuni”, dice Spinelli.
Importante per l’assessora comunale alla Cultura Maria Francesca Chiappe parlare ai giovani studenti di questi avvenimenti storici per non dimenticare le vittime. “Le giornate della memoria e del ricordo devono diventare le giornate della conoscenza. Attraverso queste giornate si impara e si ricorda quello che è accaduto in modo che non accada mai più. bisogna cominciare dall’abbattere i pregiudizi che ancora esistono nei confronti di queste popolazioni”, spiega Chiappe.