In Sardegna

Ferrei controlli ambientali nei poligoni della Sardegna, anzi no: blitz notturno, legge sparita

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ROMA. Obbligo di tenuta di un registro con tutti i tipi di armi utilizzati, luogo e data di partenza e arrivi dei proiettili. E ancora: obbligo del ritiro dei resti delle munizioni utilizzate entro 30 giorni. Di più: ogni comandante di poligono è obbligato ad adottare un "piano di monitoraggio permanente sulle componenti di tutte le matrici ambientali in relazione alle attività svolte". Ma il controllo deve essere esteso anche alee aree limitrofe. Ogni sei mesi, poi, i militari devono rendere conto delle attività esercitative svolte, delle precauzioni prese per tutelare la salute pubblica. E deve trasmettere tutto ai Comuni interessati e agli organi di vigilanza ambientale. Ma non basta: deve essere istituito un osservatorio ambientale (già previsto ma mai nato) per ogni poligono. E si stabilisce un tetto massimo per i periodi di esercitazioni, in accordo con il ministero dell'Ambiente.

Ottime idee, vero? Certo, sono misure che non soddisferebbero chi i poligoni in Sardegna non li vuole per niente. Ma sarebbe stato già qualcosa: anche perché sono imposizioni che sarebbero state previste per legge. Peccato che così come sono state proposte siano state ritirate, in un blitz notturno, da chi le aveva scritte: il senatore sardo del Pd Silvio Lai. Che voleva chiamare i militari ad assumersi le loro responsabilità. Ma poi ci ha ripensato.

Pressioni dal ministero della Difesa? Un tentennamento in attesa di migliorare le proposta? Una mossa politica per affossare il collega del Movimento 5 Stelle, Roberto Cotti, che era andato a scavalco proponendo anche delle proposte migliorative? Per ora non è dato saperlo. Ma per capire come e perché la tutela della Sardegna sia stata cancellata da una legge bisogna addentrarsi nei meccanismi di funzionamento del Senato. 

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Silvio Lai (Pd)

A Palazzo Madama è in discussione la conversione in legge del ddl (atto del governo) su "Disposizioni urgenti in materia finanziaria e per esigenze indifferibili". Il cosiddetto decreto fiscale. Ci può entrare di tutto. Il relatore di maggioranza il sardo Lai. Che porta in commissione Bilancio - dove la legge è in discussione - l'emendamento che addossa ai militari una lunga serie di obblighi per un utilizzo corretto dei poligoni. All'insegna della trasparenza.

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Roberto Cotti (Movimento 5 Stelle)

La proposta non dispiace al collega del Movimento 5 Stelle, anche lui sardo, Roberto Cotti. Che in commissione propone di aggiungere alla variazione di Lai anche quella di un registro che contenga i nomi dei militari che partecipano alle varie esercitazioni. Così, è la tesi, in caso di insorgenza di malattie si saprà chi ha sparato cosa e quando. Non un cambiamento sostanziale, ma un'aggiunta. Che, se accolta, avrebbe fatto passare liscio come il coltello nel burro, con l'appoggio anche della minoranza grillina, anche  l'emendamento di Lai. Insomma: le regole ambientali e l'obbligo di rendere conto di cosa succede nei poligoni stavano per diventare legge. E, si sa, chi viola la legge -. soprattutto se così dettagliata - viene punito. 

A questo punto succede l'inaspettato. Lai, durante una riunione notturna della commissione (tra il 14 e il 15 novembre) ritira la sua proposta. Di conseguenza cade anche il sub emendamento di Cotti. Sulle ragioni della decisione, per ora, non ci sono spiegazioni. E nei poligoni sardi non cambia niente. Salvo ripensamenti ulteriori.