NUORO. “Non c’è tempo per mediazioni, indennizzi, conciliazioni. Questo è un messaggio ai coloni: basta, fuori dai coglioni”. Versi cantati in rima l'8 settembre 2018 da Bakis Beks durante un concerto all'Exme di Nuoro, accompagnati da un manifesto sullo sfondo del palco: un grosso dito medio. Parole e scenografia che sono costati a lui e a tre giovani presenti un decreto penale di condanna. L'accusa: oltraggio a pubblico ufficiale, perché oltre che ai militari presenti in Sardegna - obiettivo della contestazione canora - il testo era rivolto anche alle forze di polizia presenti.
"È ormai noto che qualsiasi forma di impegno politico contro l’occupazione militare in Sardegna è sottoposta ad una costante repressione giudiziaria. Oggi a farne le spese sono un cantante nuorese ed i suoi fan, che hanno ricevuto decreti penali di condanna per le tematiche contrarie alle basi militari", spiega l'avvocato Giulia Lai dell'associazione Libertade, che annuncia: "Tra qualche mese per il cantante ed alcuni fan si aprirà il processo davanti al Tribunale di Nuoro nel quale verrà soprattutto messa in discussione la libertà di espressione e la libertà dell’arte". La legale ha depositato l’opposizione ai decreti penali di condanna, sostenendo che "sono tutelate dalla stessa costituzione italiana negli articoli 21 e 33. Libertade esprime la propria solidarietà e ribadisce il proprio impegno a difesa di tutti coloro che vengono raggiunti dai provvedimenti dell’autorità giudiziaria nell’esercizio della libertà di esprimere il proprio dissenso".