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Cagliari, impianti sportivi comunali chiusi per le festività: "Inaccettabile"

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CAGLIARI. Campi sportivi comunali di Cagliari chiusi per le festività natalizie. La comunicazione, stando alla denuncia dei consiglieri comunali di opposizione, è arrivata ieri a tutte le società che sfruttano gli impianti pubblici per i loro allenamenti. Il palazzetto sarà inaccessibile dal 24 dicembre al 2 gennaio mentre il campo di atletica Santoru non otrà essere utilizzato addirittura per 14 giorni, fino al 6. 

I consiglieri del gruppo Progressisti Giulia Andreozzi, Marco Benucci, Francesca Ghirra, Francesca Mulas, Matteo Massa e Anna Puddu stanno predisponendo un’interrogazione urgente al sindaco Paolo Truzzu  all’assessore allo Sport Paolo Spano per conoscere le motivazioni di una chiusura così prolungata.

Non era mai successo che si chiudesse per così tanto tempo. Non poter fruire di spazi adeguati per gli allenamenti causerà un grave danno agli sportivi cagliaritani e alle società sportive, tanto più che siamo nel cuore della stagione agonistica in quasi tutti gli sport”, afferma Giulia Andreozzi. “Peraltro – prosegue la consigliera – proprio la chiusura delle scuole consente a bambini e bambine, ragazzi e ragazze iscritti alle società sportive cittadine di intensificare gli allenamenti e (per gli impianti all’aperto come quello di atletica) di sfruttare le ore di luce spostando gli allenamenti al mattino”.

Dello stesso avviso Marco Benucci: “Non capiamo perché ci siano impianti che possono riaprire il 2 gennaio e altri costretti a restare chiusi sino al 7 gennaio. Si rischia di creare sport di serie A e altri di serie B. La precedente amministrazione aveva sempre garantito la più ampia apertura possibile degli impianti, manifestando un’attenzione particolare alle esigenze delle società sportive e degli atleti, fatto che aveva contribuito alla nomina di Cagliari Città europea dello Sport 2017 e nel 2018 alla conquista del terzo posto per indice di sportività nella classifica del Sole 24 Ore. Non vorremmo che i risultati ottenuti dalla città venissero irrimediabilmente pregiudicati”.