CAGLIARI. Le antiche case campidanesi riaprono i loro portoni al pubblico di turisti e curiosi. Grazie al progetto Lollas, sei Comuni hanno sottoscritto un protocollo di intesa (che sarà firmato nei prossimi giorni) per la costituzione della Rete. A farne parte sono: Capoterra, Maracalagonis, Monserrato, Quartu, Selargius e Sinnai Questa mattina, durante la conferenza stampa nella sala dell'assessorato regionale della Cultura e Pubblica Istruzione di Cagliari – viale Trieste, i sindaci, ospiti dell'assessore Andrea Biancareddu, hanno spiegato il senso del progetto.
“L'idea di Rete Lollas trova la sua origine a Quartu negli anni '90, quando l'assessore della Cultura di allora fece aprire le case campidanesi ai visitatori e turisti – ha detto il sindaco di Quartu e presidente dell'associazione Enti locali per le Attività Culturali e di Spettacolo Stefano Delunas - per poter ammirare oltre che le particolari caratteristiche architettoniche, anche il grande patrimonio etnografico in esse custodito per secoli. La manifestazione ha avuto un grande successo di pubblico, anche perché l’offerta era allora stata arricchita da mostre e laboratori, utili per far rivivere le antiche tradizioni legate al mondo agricolo a cui la cittadina, soprattutto per quanto riguarda la tradizione vitivinicola, era ed è ancora molto nota”.
Le antiche case. Oltre a essere scrigni di grande valore materiale e immateriale, le antiche dimore sono sempre state punti d’incontro: i porticati che corrono lungo i muri interni delle abitazioni, in sardo chiamate appunto “Lollas”, sono stati luoghi di grande socializzazione e di commercio e oggi sono la memoria storica di quegli importanti momenti di comunità. Dentro le antiche case si commerciava, si cucinava, si portava il raccolto, si svolgeva tutta la vita sociale del vicinato, si festeggiavano compleanni, matrimoni, nascite e si tenevano veglie funebri. Quasi tutto ruotava intorno alla casa campidanese e alle sue lollas.
Il format. Partendo dall'esempio degli anni '90 di Quartu, sono nate a seguire importanti iniziative in tutta la Sardegna, come la nota e vincente Cortes Apertas in Barbagia. Si ha ora dunque l'opportunità di “allargare i confini della partecipazione” dalle antiche dimore quartesi a quelle di altri Comuni della Città Metropolitana di Cagliari, dove sono presenti altre antiche case campidanesi che si possono far ammirare a visitatori e turisti. Inoltre, è una occasione per riscoprire i legami che sono sempre esistiti tra queste comunità e i loro centri di produzione agricola di cui le Case sono sempre state una formidabile sintesi.
La Rete, un marchio di garanzia per i Comuni. La Rete avrà il compito di coordinare la promozione delle iniziative legate alle “Lollas” - organizzate da ciascun comune della rete – anche se questo non andrà a intaccare l’autonomia gestionale delle manifestazioni organizzate dai singoli Comuni della Rete. Obiettivo è arrivare alla realizzazione di un unico programma di manifestazioni, con un calendario coordinato da promuovere con marchio unico della Rete, denominata appunto “Rete Lollas”.
Verrà infatti elaborato e depositato il marchio “Rete Lollas” e creato un sito web della rete di cui tutti i Comuni partner potranno beneficiare per promuovere le proprie manifestazioni, inoltre le Amministrazioni partner che non hanno dato un nome specifico alle manifestazioni organizzate nel proprio Comune potranno utilizzare direttamente la denominazione “Lollas”. Ogni Comune potrà in autonomia decidere di organizzare con fondi propri le attività che comportano investimenti importanti, e potrà riferirsi alla Rete in caso necessiti di assistenza tecnica.
Quartu, Comune capofila 2019. Per le ragioni dette il Comune capofila per il 2019 sarà Quartu Sant'Elena. Per i prossimi anni – in accordo tra tutte le Amministrazioni – sarà nominato a turno capofila un altro Comune della Rete.
La case campidanesi di sei comuni riaprono le porte con il progetto Lollas
- Redazione