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VILLASIMIUS. Il mare è limpido, come sempre. Ma tutto intorno, ciò che resta è una distesa di cenere. È il giorno del dolore e della conta dei danni dopo l'inferno di fuoco che ieri pomeriggio, in una calda domenica di fine luglio in Sardegna, ha distrutto uno dei gioielli del litorale di Villasimius, Punta Molentis, e fatto vivere ore di paura a circa 200 bagnanti, che sono stati salvati dal rogo. Le fiamme, spinte dal vento, hanno velocemente raggiunto e circondato una delle spiagge più belle dell'Isola, devastandola e distruggendo tutto ciò che c'era nelle vicinanze. Come le decine e decine di auto dei bagnanti, rimaste intrappolate nello sterrato. Solo per miracolo, e grazie ai soccorsi tempestivi e alle evacuazioni via mare, non si è registrata nessuna vittima né feriti.
Il video delle evacuazioni via mare
"Non ci arrendiamo alla violenza", sono state le prime parole della presidente della Regione Alessandra Todde, "e al tentativo di distruggere la nostra terra. Lavoreremo ancora più duramente per rafforzare i presìdi e potenziare gli strumenti di prevenzione e intervento". Non sembrano esserci dubbi infatti sull'origine dolosa del rogo. Ma le indagini sono ancora in corso.
"Questo è solo l’ultimo di una serie di atti criminali che devono essere puniti con fermezza", ha ribadito anche il presidente del Consiglio regionale Piero Comandini, condannando le azioni dei piromani.
La zona intanto è stata chiusa al pubblico con un'ordinanza firmata ieri sera dal sindaco di Villasimius Gianluca Dessì. Nel provvedimento si legge che "l'incendio ha interessato una vasta porzione del litorale e della vegetazione retrostante" e ha provocato "danni rilevanti al patrimonio naturale" compromettendo anche le condizioni di sicurezza per la pubblica incolumità. Si teme infatti per la possibile presenza di "focolai residui, alberi pericolanti e detriti potenzialmente pericolosi".