CAGLIARI. "Hai le ore contate", "Ti facciamo fuori se scendi a Cagliari, ti buttiamo ai cinghiali", "Vieni il 29 che ti facciamo saltare in aria appena arrivi". Sono solo alcune delle minacce di morte indirizzate a Enrico Rizzi, attivista per i diritti degli animali che nei giorni scorsi ha puntato i riflettori sul carnevale di Ovodda e sulle pelli di pecora appese ai carri, facendo scoppiare una bufera.
Dopo alcuni botta e risposta tra l'animalista e alcuni dei protagonisti della storia (tra cui il padrone del cammello che circolava nei video), lo stesso Rizzi aveva chiesto un incontro con la presidente della Regione Alessandra Todde e minacciato di far portare il caso anche in Parlamento.
Poi però la situazione è precipitata: l'attivista è stato preso di mira, nelle sue dirette social e nei suoi post, con decine e decine di minacce di morte. Il suo appuntamento annunciato in Sardegna, quello del 29 marzo, in piazza per difendere i diritti degli animali, ha fatto scatenare tanti utenti sardi sul web. Che non hanno apprezzato, per usare un eufemismo, le sue contestazioni. E così è arrivata una pioggia di pesanti e gravi minacce nei suoi confronti: "Ti impicchiamo", scrive qualcuno, "Un colpo di picco in testa", suggerisce un altro. Rizzi pubblica tutti gli screen e scrive alla sindaca di Ovodda Ilenia Vacca: "È questa per caso la civiltà dei suoi concittadini a cui faceva riferimento, difendendo il vostro carnevale con i cadaveri di animali?"