CAGLIARI. Scontro acceso oggi nell'Aula del Consiglio di via Roma sul disegno di legge 40 che vuole riformare il sistema sanitario regionale: sul tavolo l'articolo 2 e i relativi emendamenti. La discussione però è slittata a domani, 5 marzo: per ben tre volte infatti è mancato il numero legale.
L'opposizione non ha risparmiato accuse e critiche alla Giunta sul ddl. Sull’ordine dei lavori è intervenuto per primo il capogruppo di Fratelli d’Italia Paolo Truzzu che ha chiesto una sospensiva del provvedimento: "Il testo è profondamente cambiato rispetto a quello licenziato dalla Commissione – ha detto Truzzu – sindacati e ordini dei medici non si sono potuti esprimere sulle novità presentate dalla Giunta e chiedono di essere sentiti prima che il Consiglio si pronunci su questa importante riforma. Per questo chiediamo il rinvio del provvedimento in Commissione e l’avvio di un nuovo ciclo di audizioni dei portatori di interesse".
Richiesta di sospensiva sostenuta anche dal consigliere di Sardegna al Centro Venti/20 Antonello Peru: "Alla luce degli emendamenti presentati dalla Giunta è necessario sentire sindacati, ordine dei medici e Anci" e dal consigliere Alessandro Sorgia (Misto): "Parliamo di democrazia rappresentativa ma non applichiamo questo principio. Non stiamo facendo una bella figura".
All'attacco anche il consigliere di FdI Fausto Piga: "In questi giorni la stampa ha parlato di settimana decisiva per la sanità sarda – ha detto Piga – sono perplesso: per chi sarebbe decisiva? Per i cittadini? Non credo. Questa riforma non riforma nulla, non entra nel merito della carenze di personale, dell’abbattimento delle liste d’attesa, del miglioramento delle prestazioni, del potenziamento della sanità territoriale. L’unica cosa di cui si occupa sono i commissariamenti. Questo mi sorprende, sarà difficile chiedere poi ai nuovi commissari di migliorare la situazione".
Ha quindi preso la parola la consigliera Alice Aroni (Misto) che ha ribadito il giudizio negativo sulla riforma espresso durante la discussione generale: "La precedente riforma non è stata abolita ci sono solo norme interpretative – ha detto Aroni – secondo chi ha elaborato il testo, serve stabilire, per esempio, se ci sia la necessità di potenziare la sanità territoriale. Stessa cosa per individuare le strutture utili e quelle non utili. Dite con chiarezza quali sono gli ospedali che volete chiudere".
E Stefano Tunis (Sardegna al Centro Venti/20) ha ribadito: "Emerge da questo provvedimento la volontà di un potenziamento della sanità nei territori ma la peculiarità territoriale della Sardegna impone una sensibilità politica per comunicare le scelte che voi non avete. Avete deciso invece di non ascoltare nessuno. Vi state infilando in un fallimento. Il ruolo più difficile spetterà però a chi vi dovrà tutelare".
Dall'altra parte c'è la maggioranza, che tira dritto e punta ad arrivare all'approvazione già giovedì sera.