CAGLIARI. “Viviamo nella paura di essere aggredite, sempre costrette a tornare a casa accompagnate da qualcuno e con le scarpe da ginnastica per fuggire da una possibile violenza”. L’incubo è iniziato anni fa ma è ancora reale per ragazze e donne che vivono nel quartiere di Mulinu Becciu, a Cagliari, da dove sono partite almeno una decina di denunce contro un uomo - la cui identità è ancora sconosciuta - che sarebbe il responsabile di diverse aggressioni avvenute nella zona.
A portare la sua testimonianza ai microfoni del format di YouTg “YourVoice” è Chiara Durzu, responsabile del comitato spontaneo delle donne del quartiere che hanno deciso di coalizzarsi e raccogliere più materiale possibile, dalle denunce alle testimonianze dirette delle vittime, per riuscire a mettere la parola fine a questa escalation di episodi inquietanti. Durzu stessa, a dicembre scorso, ha rischiato di diventare vittima del “maniaco di Mulinu Becciu”.
“Era la prima volta che tornavo da sola a casa, ero stata a cena con un’amica”, racconta la giovane, “Ho parcheggiato l’auto, davanti al portone. Percorro il vialetto che mi porta al cancello e non faccio in tempo ad aprirlo che vedo davanti a me mio fratello impaurito che mi avvisa che c’era un uomo con brutte intenzioni alle mie spalle. Quando ha sentito il suo urlo è fuggito".
Nell'identikit dell'uomo spunta un particolare: è agile, sa saltare ostacoli con una grande facilità ed è anche per questo che, ad ogni episodio, riesce a dileguarsi velocemente. Nessuno ha mai visto chi si nasconde dietro quel passamontagna che indossa.
Durzu puntualizza: "Le donne qui stanno perdendo fiducia nei confronti delle istituzioni. L'aspetto che è stato più sottovalutato, anche da parte delle forze dell'ordine, è che questa situazione ha portato un disagio psicologico importante nelle ragazze del quartiere. Spesso è stato minimizzato il tutto e alcune non hanno poi denunciato".
Al fianco di Chiara Durzu l’avvocato Gianfranco Piscitelli, che ha sostenuto nella loro battaglia tutte le donne del quartiere. "Sono coinvolte lavoratrici che hanno turni nella ristorazione e negli ospedali: hanno completamente perso la libertà", denuncia Piscitelli, "Noi non chiediamo la pattuglia che gira nella zona, perché lui si sposterebbe dal lato opposto: questo personaggio studia le abitudini delle sue vittime, mi sono reso conto che per lui è come una sfida, come giocare con un videogame che ha vari livelli. Infatti è partito con lo spaventare le donne, poi è arrivato a tentare di toccarle, a mostrare i genitali, a spingerle. Dove arriverà la prossima volta?".
Nel video l'intervista completa.