CAGLIARI. Per anni, dicono, hanno osservato i cambiamenti del Poetto. Ospiti fissi della piazzola di parcheggio davanti al Cavalluccio Marino. «Ci siamo integrati, ormai siamo cagliaritani a tutti gli effetti», spiega Marko, 27 anni, di cui oltre una ventina passati a bordo di un camper che adesso è parcheggiato vicino ai caddozzoni del Poetto. La loro presenza ha suscitato più di qualche perplessità in città. Sono accampati, non hanno autorizzazioni, usano l'acqua delle fontane e nessuno chiede conto dei consumi e dell'occupazione del suolo pubblico:queste le maggiori contestazioni. «Noi non diamo fastidio a nessuno e, allo stesso tempo, siamo tranquilli perché nessuno viene a darci fastidio. Ho lavorato per anni come guardiano per i chioschi, mentre adesso faccio le pulizie per i caddozzoni», continua Marko, origine slava, che abita con la moglie e un figlio in un camper accanto alla famiglia del fratello. Ormai, a parte sua moglie, hanno tutti la nazionalità italiana. Anche per questo non rientrano più nei vari programmi di aiuto, né istituzionale né di altro tipo. «Prima avevo dei sussidi per il bambino, ora siamo tutti italiani e non ne abbiamo più diritto. A settembre inizierà la scuola materna. La Caritas? Nessuno si è mai fatto vivo e noi andiamo avanti con i nostri lavori, con poco ma con dignità».
Nessuna intenzione di farsi intervistare in video, però: «Sarebbe tutto inutile, tanto anche se spiegassimo che noi siamo persone oneste verremmo considerati comunque delinquenti. Noi siamo consapevoli di essere persone perbene e questo ci basta». A breve però si sposteranno, sempre lungo il Poetto, in vista della riapertura del locale di fronte al parcheggio. «Non sarebbe un bello spettacolo, mentre mangi la pizza, vedere i camper lì davanti. Siamo persone rispettose, quando i lavori saranno finiti troveremo un altro posteggio».