CAGLIARI. Megafono, striscione, tute bianche, manifesti, fumogeni. Un blitz in piena regola quello messo a segno dagli antimilitaristi questa mattina in consiglio regionale. Al centro della contestazione c'è l'accordo fra la Regione e il ministero della Difesa, siglato lo scorso dicembre, che sulla carta dovrebbe ridurre le servitù militari in Sardegna. IN realtà, sostengono i contestatori, non farà altro che aumentare la pressione delle stellette sul'Isola.
"Una ventina di militanti contro l’occupazione militare", spiegano i manifestanti "ha sanzionato la sede del consiglio regionale sardo che ha sede nella centrale via Roma di Cagliari. Uno striscione che indicava chi oggi dovrebbe avere l’impeachment per aver ceduto altro territorio sardo ancora una volta ai militari, o chi svenderà ai privati pezzi di patrimonio appena tornati in mano ai sardi. Megafono alla mano e manifesti sulle vetrate del consiglio per ricordare ancora una volta chi è il colpevole di questa situazione ma che con un colpo mediatico degno di Goebbels ha gridato vittoria con toni roboanti, mentre si trattava dell’ennesima sconfitta". L'azione di questa mattina precede di qualche giorno la manifestazione antimilitarista che si svolgerà a Cagliari il 2 giugno, giorno della Festa della Repubblica.