CAGLIARI. Gli ultimi giorni di maggio, particolarmente freschi con valori termici che in Barbagia sono crollati localmente fino a 1°C, non devono farci dimenticare che ci troviamo in una epoca climatica condizionata inevitabilmente dal riscaldamento globale che, non a caso, fa sentire gli effetti maggiori sul Mediterraneo, considerato un hot spot mondiale del global warming.
Tanti sono gli effetti riconducibili in qualche modo al riscaldamento: temporali violenti, nubifragi, tempeste di vento, aree di bassa pressione che evolvono in sistemi tropicali (medicane), tempeste di neve, ondate di calore, prolungate fasi siccitose ma, sopratutto, un costante riscaldamento, sia degli strati atmosferici che marini, intervallato solo occasionalmente da brevi parentesi fredde e registrato mese per mese. Non per caso quindi l'estate del 2017 è stata la seconda più calda in assoluto dopo quella del 2003 con un'ondata di caldo micidiale (ad inizio agosto) capace di far salire i termometri sardi oltre la soglia dei 46°C (registrati nella piana di Ozieri).
A conferma di questo trend arrivano i dati pubblicati qualche giorno fa dal CNR - Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima e relativi all'appena concluso mese di aprile 2018 che risulta a livello nazionale il più caldo in assoluto dal 1800. Si registra infatti un'anomalia di 3,5°C rispetto alla media di riferimento calcolata nel trentennio 1971 - 2000.
È scientificamente impossibile definire ora se anche i prossimi mesi, come ormai accade costantemente da alcuni anni, risulteranno più caldi della norma ma si può ipotizzare, in base all'andamento degli indici teleconnettivi (indici climatici sperimentali che analizzano l'andamento di determinati parametri in troposfera, stratosfera e sull'oceano) e anche alla maggior presenza di acqua nel suolo che andrà inevitabilmente a rendere meno accentuato il riscaldamento, una prima parte di stagione estiva non eccessivamente calda e occasionalmente intervallata da parentesi instabili.
Dello stesso avviso il centro meteo americano Accuweather che, sempre in via sperimentale, propone una stagione estiva instabile sul bacino del Mediterraneo con la penisola italiana divisa in due: caldo e precipitazioni sotto la media al nord e parentesi temporalesche che a più riprese si aprirebbero sui settori centro meridionali (Sardegna compresa). Ci ritorneremo nei prossimi aggiornamenti.