MACOMER. La sovrapproduzione di latte in Sardegna non c'è. Non solo: il prezzo al litro deve tenere conto della media degli ultimi anni, "sarebbe quindi auspicabile che non scenda sotto gli 85-90 centesimi al litro. Un prezzo stabile, magari per almeno 3 o 5 anni, permetterebbe infatti alle nostre aziende di fare una programmazione seria ed efficace con prospettive di crescita decisamente più solide rispetto a quelle attuali". Parole dell'assessore all'Agricoltura Pierluigi Caria, che oggi ha partecipato alla mostra degli ovini di razza sarda a Macomer. Una buona occasione per lanciare un messaggio. Ai produttori, ma soprattutto a chi i latte lo trasforma e poi rivende. Agli industriali, quindi. Come Paolo Pinna, del caseificio di Thiesi, che nei giorni scorsi aveva proposto un prezzo fisso a 75 cents (QUI LA NOTIZIA).
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Anche Pinna aveva proposto quella quota per stabilizzare il mercato. Che necessità di serenità. Lo pensa anche Caria, ma da un altro angolo visuale: "I saliscendi del valore di mercato del latte – ha aggiunto l’esponente della Giunta – è forse il nemico peggiore dei nostri pastori che ogni anno sono ostaggio di dinamiche commerciali spietate di cui non hanno colpe dirette. Nei limiti dei poteri della Regione, che certo non può fissare per legge un prezzo del latte e tanto meno può forzare i pastori a mettersi assieme, faremo tutto il possibile per difendere il ruolo fondamentale dei produttori primari favorendone innanzitutto l’aggregazione. In un mercato sempre più difficile – ha concluso Caria – istituzioni e tessuto produttivo devono sempre di più impegnarsi nella costruzione di progetti di filiera che garantiscano la redistribuzione fra i diversi attori del comparto. Un percorso dove l’unione fra i diversi anelli della catena faccia davvero la differenza nel confronto quotidiano con i competitor nazionali ed esteri”.